permessi volontariatoI dipendenti possono usufruire di permessi in caso di attività di volontariato: vediamo come funzionano.


Il volontariato è un’attività non retribuita che, solitamente, prevede attività socialmente utili, come l’aiuto a persone in condizioni di indigenza o che necessitano assistenza oppure il fronteggiare emergenze occasionali, prestando opera e mezzi per l’interesse collettivo.

Nei vari permessi che sono previsti dai contratti collettivi, ci sono anche quelli per le attività di volontariato. In questo modo, i dipendenti che sono sotto contratto possono assentarsi e andare a svolgerle, nei giorni e negli orari previsti.

Vediamo come funzionano e come possono essere richiesti.

Permessi per volontariato: quando si possono prendere

Come indicato dalla legge, esistono dei permessi retribuiti per i lavoratori subordinati, in modo che possano esercitare attività di volontariato.

Nel caso della Protezione Civile, la tutela economica e normativa è disposta dal decreto legge 1/2018 del Codice della Protezione Civile. La legge riconosce il diritto ad assentarsi dal lavoro, con regolare permesso, per collaborare ad attività di soccorso e assistenza, in caso di situazioni di emergenza.

Nei contratti collettivi, inoltre, si prevede la possibilità di partecipare alle attività, per i lavoratori che fanno parte di associazioni di volontariato iscritte nei registri e in modo compatibile con l’organizzazione del lavoro.

La retribuzione sarà riconosciuta nei seguenti periodi:

  • Soccorso e assistenza, in caso di situazioni di emergenza e calamità naturali;
  • Attività di pianificazione, addestramento e formazione teorico-pratica.

Le stesse regole si applicano anche quando si fa volontariato per altri enti, come il Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico del Club alpino italiano.

permessi volontariatoPermessi per volontariato: quali sono i diritti per il dipendente

Il lavoratore potrà contare sullo stesso trattamento economico e previdenziale che avrebbe avuto se si fosse recato a lavoro, poiché si tratta di permessi retribuiti.

Il dipendente potrà ricevere l’ordinaria retribuzione (interessata sempre alle classiche ritenute fiscali) e la copertura previdenziale, prevedendo la contribuzione previdenziale, assistenziale e assicurativa.

Però, il dipendente dovrà consegnare al suo datore di lavoro l’attestazione che dimostra l’effettivo impiego nelle attività di volontariato e i relativi periodi.

Permessi per volontariato: quanto ci si può assentare?

Il lavoratore volontario della Protezione Civile avrà diritto a:

  • Non più di 30 giorni consecutivi e fino a 90 giorni l’anno per i permessi;
  • Nel caso in cui sia stato dichiarato lo stato d’emergenza nazionale, i limiti possono essere aumentati a 60 giorni continuativi, per un totale di 180 giorni all’anno.

Per poter sopperire all’assenza del lavoratore, il datore di lavoro potrà richiedere un rimborso, facendo richiesta al dipartimento della Protezione Civile, entro due anni dalla fine dell’intervento.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it