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“Se ci saranno interventi di razionalizzazione saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni, non per fare cassa in una guerra tra poveri. La delega del governo dà, non toglie”. Così fonti di Palazzo Chigi replicano alle voci di un possibile taglio delle pensioni di reversibilità agganciandole all’Isee per fare cassa a favore delle misure contro la povertà. L’Art. 1 comma 3 lettera b) del testo della legge Delega, chiarisce Palazzo Chigi, impedisce di far cassa con qualsiasi esercizio di razionalizzazione. Se ci saranno interventi di razionalizzazione saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni, non per far cassa in una guerra tra poveri.

 

La delega del governo – spiegano le fonti – dà non toglie (stanziando per la prima volta un miliardo di euro strutturale su una misura unica di lotta alla povertà e predisponendosi a convogliare risorse europee su quello stesso strumento e sulla rete di servizi per la presa in carico offerti da comuni e terzo settore).  Fonti di governo intervenendo sulle polemiche sulle pensioni sottolineano come nella delega dell’Esecutivo ci sia una clausola esplicita secondo la quale qualsiasi intervento di razionalizzazione (per evitare duplicazioni con la nuova misura unica anti povertà) varrà solo sulle prestazioni future e non su quelle in essere. In altri termini, è destituita di ogni fondamento l’ipotesi che il governo intenda “fare cassa”, ipotesi tecnicamente impossibile, aggiungono le medesime fonti.

 

La questione. Come già anticipato sulle pagine di questo giornale, il testo della legge approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 Gennaio attribuisce al Governo una Delega per rivedere, tra l’altro, le attuali prestazioni assistenziali e previdenziali legandole meglio all’ISEE. “Il principio che regola l’accesso alle prestazioni – si legge nella relazione illustrativa – deve essere quello universalistico per cui, tenuto conto di bisogni specifici, l’accesso selettivo alle prestazioni è regolato dalla sola condizione economica, misurata a tal fine dall’ISEE“.

 

I dettagli dell’intervento saranno comunque delineati non prima della fine dell’anno, dopo l’approvazione del disegno di legge delega da parte del Parlamento, con un apposito decreto legislativo. Nel mirino per ora ci dovrebbero essere una serie eterogenea di prestazioni riconosciute in ordine sparso (anche agli italiani all’estero) e frammentato nell’ultimo ventennio dal susseguirsi di vari interventi tra cui, ad esempio, le maggiorazioni sociali, l’integrazione al trattamento minimo, la cd. quattordicesima, l’incremento al milione, l’assegno sociale, la somma aggiuntiva. A queste prestazioni si potrebbero aggiungere anche le pensioni ai superstiti secondo quanto dichiarato nelle scorse settimane proprio esponenti del Governo. Un perimetro dunque assai ampio e molto scivoloso che potenzialmente potrebbe coinvolgere centinaia di migliaia di posizioni. Proprio per evitare allarmismi la Delega però precisa che non saranno interessati dal riordino i trattamenti già concessi ed esclude espressamente dalla revisione le prestazioni erogate agli invalidi (si pensi in particolare alla pensione di inabilita’ civile e l’assegno mensile di assistenza).

 

Nonostante tali rassicurazioni resta molto duro il giudizio delle opposizioni, soprattutto della Lega Nord: “Il governo vuole tagliare le pensioni di reversibilità. In Commissione Lavoro alla Camera è arrivata la proposta renziana di legare all’ISEE le pensioni di reversibilità, fregando così migliaia di persone, soprattutto donne rimaste vedove. Rubando contributi effettivamente versati, per anni. Un governo che fa cassa sui morti mi fa schifo”. Così il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini sulla proposta governativa.