germaniaMentre l’Italia prepara per fine 2015 una nuova riforma delle pensioni per correggere i limiti di quella Fornero, confrontiamone il sistema previdenziale con quello della Germania, altro paese europeo con requisiti stringenti per andare in pensione: a parità di contributi versati e stipendio percepito un Italiano prende un assegno più alto di un Tedesco, la media dei trattamenti erogati da noi è più bassa.

 

Nel 2015, per andare in pensione di vecchiaia gli uomini devono avere 66 anni e 3 mesi mentre per le donne il requisito anagrafico varia: come gli uomini se lavorano nel pubblico, a 63 anni e 9 mesi nel privato, a 64 anni e 9 mesi se autonome (ma dal 2018 per tutti l’età minima sarà 66 anni). Ogni 3 anni scatta l’adeguamento alle aspettative di vita: dal 2016, 4 mesi in più fino al 2018, con prossimo adeguamento nel 2019. Per la pensione di anzianità o anticipata (con assegno ridotto) ci vogliono 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini ed un anno in meno per le donne. Fino al 2015 era necessario avere 62 anni ma il requisito è stato abolito dalla Legge di Stabilità per chi matura i contributi entro il 31 dicembre 2017.

 

Per i nati dopo il 1947  sono previsti due scatti entro il 2021, che portano l’età pensionabile a 66 e a 67 anni. I nati dopo il 1963 andranno in pensione a 67 anni. Resta la possibilità di pensione anticipata a 65 anni con almeno 45 anni di contributi. Per la pensione di anzianità con 45 anni di contributi è possibile ritirarsi dai 63 anni con decurtazione dell’assegno dello 0,3% per ogni mese di anticipo. I nati prima del 1964 accedono alla pensione piena con 35 anni di contributi e 65 di età mentre gli altri da 67 anni (e 35 di contributi). Previsti casi particolari di pensionamento anticipato dopo i 60 anni.

 

A parità di requisiti un pensionato italiano versa più contributi e prende un assegno più alto di un collega tedesco (ma la media dei trattamenti è più alta in Germania perché da noi ci sono molte pensioni minime di importo basso (in Germania la pensione minima è comunque più alta). Risultato: l’assegno tedesco medio è più alto. Un’indagine Deloitte ha messo aconfronto le pensioni di dirigente, operaio e autonomo (nato nel 1974 con inizio attività nel 1990).

 

  • Dirigente (retribuzione 2014 di 100mila euro lordi): nel 2044 prenderà una pensione di lorda di 115mila euro in Italia e di 31.614 euro in Germania, versando nel corso della carriera il triplo dei contributi del collega tedesco (1,6 mln di euro).

 

  • Operaio (stipendio 35mila euro): in pensione prenderà 40.500 euro in Italia (15.250 euro in Germania), versando il doppio dei contributi (575mila euro).

 

  • Autonomo (reddito 70mila euro): la pensione sarà di 71mila euro lordi in Italia, dopo aver versato oltre 1 milione  euro di contributi (in Germania no0n c’è obbligo di contributi)

 

Confrontando l’importo delle pensioni medie erogate da Italia e Germania, i numeri cambiano. In base a un rapporto INPS-ISTAT 2010, in Italia il 45,4% dei pensionati prendemeno di mille euro al mese (1/10 meno di 500 euro). Secondo i dati 2011, la pensione tedesca è pari a 1.236 euro. In generale, secondo il rapporto Mercer 2014 il sistema pensionistico italiano è al 19esimo posto su una classifica a 25, quello tedesco è 11esimo. I due paesi hanno risultati simili in termini di adeguatezza dei trattamenti ma il fattore che penalizza l’Italia è la sostenibilità del sistema.