Nelle prossime settimane si conosceranno le reali intenzioni dell’esecutivo sulla flessibilità in uscita dopo che giovedì scorso il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha riacceso in Senato le speranze di un intervento per attenuare le rigidità della Riforma Fornero. Magari già in occasione del DEf, il documento di economia e finanza in cui il Governo scrive gli obiettivi di bilancio per i prossimi tre anni, che sarà presentato da Palazzo Chigi entro la metà di Aprile per poi essere trasmesso alle Camere. Difficile, almeno per ora, che si possa andare oltre i paletti posti dal ministro dell’Economia e fatti propri dallo stesso Renzi lo scorso anno, che aveva parlato di una soluzione possibile ma «senza costi per lo Stato».
La soluzione senza costi per lo Stato – teoricamente – si chiama ricalcolo contributivo dell’intera pensione: una possibilità che penalizza in modo rilevante il lavoratore (la decurtazione del trattamento previdenziale, che dipende dalla carriera del singolo, si aggira sul 15-20 per cento ma può arrivare fino al 30) ma in realtà pone comunque qualche problema finanziario al bilancio pubblico, almeno nell’immediato. Questa possibilità già esiste per le lavoratrici e, dunque, si potrebbe prorogarla nei confronti di tutti i lavoratori con un ritocco ai requisiti anagrafici e contributivi per l’ingresso. Andando oltre il 2015, sino al 2018, oppure rendendola strutturale. Da valutare anche l’ipotesi del prestito pensionistico che avrebbe un impatto minore sui conti pubblici ma interesserebbe una platea ristretta di lavoratori. Un meccanismo rischioso, ha messo in guardia il Ministro del Lavoro Poletti, perchè andrebbe ad incidere su platee i cui assegni sono già molto bassi compromettendo il loro potere d’acquisto in modo definitivo.
Soluzioni più strutturali che riguardino i requisiti di età e contributi partendo dai disegni di legge presentati in Parlamento o dalla proposta avanzata dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, accomunate dalla formula dell’anticipo con penalizzazione (2-3% l’anno rispetto alla vecchiaia) restano naturalmente in campo. Nell’intervento che il Governo sta mettendo a punto ci dovrebbe anche essere la possibilità di cumulare più facilmente la contribuzione “sparsa” in piu’ casse previdenziali al fine di maturare il diritto ad una prestazione pensionistica. Una modifica che potrebbe aiutare molti lavoratori con carriere discontinue a maturare una pensione senza dover sborsare denari per utilizzare contributi già versati all’Inps. Possibile anche un intervento per riconoscere benefici previdenziali a chi svolge lavori di cura familiare (soprattutto attraverso la valutazione della maternità per le donne) e sui lavori usuranti con Poletti che si è detto favorevole all’estensione della normativa specifica di vantaggio a coloro che svolgono lavori in altezza e agli edili.
Sulla possibilità di una modifica della Legge Fornero si è espresso ieri positivamente anche il Sottosegretario all’Economia PierPaolo Baretta: “Personalmente penso che la soluzione migliore per difendere la Legge Fornero, allo stesso tempo dando risposte a una sensibilità che si sta diffondendo – ribadisce Baretta – sia agire sulla flessibilità in uscita. Il governo ci sta lavorando e i tempi sono quelli della Legge di Stabilità”. Tra le ipotesi per superare le rigidità Baretta mette in guardia dal ricalcolo con il sistema contributivo di tutta la vita lavorativa. “E’ impraticabile, rischia di essere penalizzante”, sottolinea il sottosegretario, aggiungendo che “una soluzione sarebbe la riduzione dell’assegno previdenziale per chi vuole uscire prima: le modalità e l’entità sono allo studio”.
In ogni caso c’è molta prudenza negli ambienti governativi: “Ricordiamo tutti – ha spiegato Poletti al Senato – la situazione nella quale tale normativa è stata approvata e sappiamo che essa si inserisce nel quadro degli impegni che abbiamo assunto. Dunque, una modifica di questa situazione non può che essere inquadrata in una discussione generale, che peraltro il nostro Paese sta facendo con l’Europa, sul tema delle politiche espansive, capaci di produrre un miglioramento dei consumi e degli investimenti, con tutto ciò che sappiamo”.