pensioni pensioneCgil, Cisl e Uil chiedono inoltre pensioni dignitose per i giovani, per i lavoratori precari e discontinui, accesso flessibile al pensionamento, il riconoscimento del lavoro di cura e la diversità dei lavori. Sindacati pronti alla mobilitazione contro la legge Fornero. “Cambiare le pensioni per dare lavoro ai giovani” è lo slogan che Cgil Cisl Uil hanno scelto per le manifestazioni che si terranno sabato 2 aprile in tutta Italia.  Se non ci saranno interventi, del resto, l’età di uscita è destinata ad allontanarsi sempre più. Dal 1° gennaio 2019 l’età minima per la pensione di vecchiaia schizzerà a67 anni per tutti (sia donne che uomini). A pagarne le conseguenze maggiori saranno, ancora una volta, le lavoratrici che non potranno contare più neanche sull’opzione donna scaduta, salvo nuove proroghe, lo scorso 31 dicembre 2015. Per la pensione anticipata sarà necessario perfezionare, invece, non meno di 43 anni e 3 mesi di contributi (42 anni e 3 mesi le donne): chi si ritirerà prima del 62° anno vedrà, tuttavia, già dal 2018 il ritorno della penalizzazione, cioè quel taglio dell’1-2% delle quote retributive dell’assegno per ogni anno di anticipo rispetto all’età di 62 anni.

 

I sindacati, pertanto, chiedono l’apertura di un serio tavolo di confronto con il Governo per rivedere la legge Fornero. Si parte dal capitolo sulla flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età, anche al prezzo di una decurtazione sostenibile sull’assegno, al completamento delle salvaguardie degli esodati, passando per le ricongiunzioni onerose, la questione ancora irrisolta dei quota 96 della scuola e, soprattutto, delle future pensioni dei giovani. Tra i punti del programma dei sindacati anche l’introduzione di benefici previdenziali per i lavoratori che assistono familiari con disabilità gravi e, naturalmente, una tutela per i lavoratori precoci.

 

“La piattaforma unitaria che Cgil Cisl Uil chiedono di discutere con il governo porterebbe – si legge nel comunicato – a modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato per ultimo dalla manovra Fornero e pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne, per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, sia dei lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi senza aggancio automatico all’attesa di vita”.

 

A pesare, sul tema, è la completa assenza del Governo che ha disatteso più volte le promesse di un intervento in materia nonostante più risoluzioni approvate dal Parlamento lo scorso anno. «Anzi, ad aggravare il quadro, – ricordano dai sindacati – è partito un attacco anche alle pensioni di reversibilità e prosegue una discussione che, in assenza di una proposta governativa, continua ad aver al centro l’obiettivo di scaricare il costo di qualunque modifica per intero sui lavoratori. Ciò nel mentre i problemi diventano sempre più acuti sia sul versante dell’occupazione giovanile che su quello della condizione di lavoro di chi svolge occupazioni pesanti e faticose, di chi è precoce, di chi il lavoro lo perde e rimane privo di reddito».

 

Appuntamento dunque in piazza sabato prossimo, 2 Aprile, in tutte le principali piazze italiane. A Roma, in particolare, il concentramento dei manifestanti è previsto in piazza dell’Esquilino dalle 8.30. Alle ore 9.30 partirà il corteo che percorrerà: via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via Cesare Battisti e arriverà, intorno alle 11.00, in piazza SS. Apostoli. L’intervento del segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che concluderà gli interventi dal palco è previsto alle ore 12.00. A Venezia ci sarà la leader della Cgil, Susanna Camusso, che prenderà parte al Corteo che partirà alle ore 9.00 dalla stazione ferroviaria Santa Lucia, attraverserà le vie della città per concludersi in Campo Santa Margherita alle ore 10.00. Carmelo Barbagallo, segretario della Uil, sarà invece a Napoli.