pensione-garanzia-giovani-780-euroL’obiettivo è garantire a chi è entrato nel mondo del lavoro dopo il ’96 una soglia minima di garanzia per garantire anche ai giovani un ingresso nella previdenza tangibile.


Una Pensione di Garanzia per i Giovani di almeno 780 euro al mese? Ne stanno discutendo, con ampie aperture sia da un lato che dall’altro, Governo e Sindacati.

Infatti dal governo è arrivata piena disponibilità a ragionare sull’ipotesi formulata dai sindacati per consegnare ai giovani ‘assegni’ dignitosi.

Scopriamo di cosa si tratta nello specifico e quali sono le proposte messe in campo da parti politiche e sociali.

Pensione di Garanzia per i Giovani: 780 euro al mese, non di meno

Un incontro che si è svolto con in un clima sereno, con i sindacati che si sono detti molto soddisfatti per lo stato di avanzamento dei lavori. Nel confronto, infatti, il Governo ha riconosciuto come valida la proposta presentata dai sindacati riguardo alla necessità di istituire al più presto una pensione di garanzia per i giovani.

Cgil, Cisl e Uil vogliono che a quanti hanno iniziato a lavorare dal 1996 e sono interamente nel sistema contributivo, siano riconosciuti contributi figurativi anche per i periodi di discontinuità lavorativa, e di disoccupazione involontaria (non coperti da Naspi o ammortizzatori sociali), per sforzi attivi di formazione e riqualificazione, per le fasi di bassa retribuzione, per l’impegno per il lavoro di cura rivolto alle famiglie e verso le persone non autosufficienti.

Ma, soprattutto, occorre partire da una soglia minima di garanzia, non inferiore alla attuale pensione di cittadinanza di 780 euro, da far crescere in proporzione al numero di anni in cui si è lavorato e si è stati in varie forme sul mercato del lavoro.

Inoltre si discute anche di prevedere maggiorazioni contributive per le lavoratrici madri e di rivedere la normativa sul riscatto della laurea, oggi troppo onerosa.

Il commento dei Sindacati

Nei giorni scorsi era intervenuto con un commento Mautizio Landini, segretario della CGIL, che già in passato ha rimarcato l’importanza del tema pensionistico.

CAMBIARE DAVVERO

“Ieri è iniziata una trattativa con il governo sulle pensioni. Noi ci siamo presentati con la stessa piattaforma di un anno fa perché vogliamo una riforma vera e complessiva del sistema. Giudicheremo il governo dalle risposte che darà.” Così Maurizio Landini ad Agorà Rai 3. “Servono risposte serie ai bisogni dei cittadini. Se questo governo vuole davvero cambiare il Paese deve farlo assieme a noi. Il voto in Emilia Romagna ci dice che la gente è stanca, non vuole più chiacchiere e polemiche. Vuole che si risolvano i problemi.”

E Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, ha ribadito che servono

“maggiori garanzie previdenziali per chi ha cominciato a lavorare dopo il 1996”.

Infine, per il leader Uil Carmelo Barbagallo prima vanno indicati i soldi a disposizione poi si puo’ entrare nel merito e non il contrario:

“Non si fanno le nozze coi fichi secchi”.