Con l’ordinanza 14083/2024, la Sezione Lavoro della Cassazione si è pronunciata nuovamente sulla monetizzazione delle ferie non godute nel pubblico impiego: ecco quali sono le conclusioni emerse.


La sentenza della Corte di Cassazione analizza un caso rilevante per il pubblico impiego, con particolare riferimento al diritto all’indennità sostitutiva per ferie non godute.

Il ricorso è stato presentato da un dipendente pubblico che, collocato a riposo per inabilità permanente dal 1º febbraio 2017, ha richiesto al Tribunale di Agrigento il pagamento di oltre 41.000 euro, corrispondenti a 178 giorni di ferie non utilizzati tra il 1998 e il 2007.

Sia il Tribunale di Agrigento che, successivamente, la Corte d’Appello di Palermo hanno respinto la richiesta del lavoratore. Tuttavia, il dipendente ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando diverse contestazioni in merito all’interpretazione normativa applicata nei gradi precedenti di giudizio.

Ricorso e motivazioni del lavoratore

Il dipendente ha fondato il suo ricorso su due principali argomenti giuridici:

  1. Violazione dell’articolo 2697 del codice civile – Questo articolo riguarda l’onere della prova. Secondo il lavoratore, la Corte d’Appello aveva errato nel porre a suo carico la responsabilità di dimostrare l’impossibilità di fruire delle ferie a causa di ragioni aziendali o personali. L’articolo 2697 stabilisce che l’onere della prova spetta alla parte che vuole far valere un diritto, in questo caso il datore di lavoro, che avrebbe dovuto dimostrare di aver messo il dipendente in condizione di godere delle ferie in modo regolare e tempestivo.
  2. Contestazione del divieto di monetizzazione delle ferie non godute – Il lavoratore ha inoltre criticato la decisione della Corte d’Appello, che aveva escluso la possibilità di monetizzare le ferie non utilizzate al momento della cessazione del rapporto di lavoro per inabilità. Tale posizione, secondo il ricorrente, era in contrasto con la normativa vigente che prevede, in casi di cessazione del rapporto di lavoro per motivi non imputabili al dipendente, la compensazione economica per le ferie non godute.

Monetizzazione ferie non godute nel pubblico impiego: i chiarimenti della Cassazione

La Cassazione ha accolto il ricorso del dipendente, chiarendo alcuni principi fondamentali sul tema della fruizione e della monetizzazione delle ferie nel pubblico impiego:

  1. Obblighi del datore di lavoro – La Corte ha sottolineato che è il datore di lavoro a dover provare di aver effettivamente messo il lavoratore nelle condizioni di usufruire delle ferie. Questo implica che il datore deve non solo garantire la possibilità di fruire delle ferie, ma anche avvisare il dipendente in modo chiaro e tempestivo che, qualora non sfruttasse tali ferie, esse verrebbero perse. Nella vicenda specifica, la comunicazione del datore di lavoro che subordinava la fruizione delle ferie alle esigenze di servizio non è stata considerata sufficiente per escludere il diritto del dipendente all’indennità sostitutiva.
  2. Divieto di monetizzazione delle ferie – La Cassazione ha chiarito che il divieto di monetizzazione delle ferie non godute si applica solo quando il lavoratore, volontariamente, rinuncia al loro utilizzo durante il periodo lavorativo. Tuttavia, questo divieto non può essere esteso ai casi in cui il rapporto di lavoro si interrompe per cause non dipendenti dalla volontà del lavoratore, come nel caso di cessazione per inabilità. In tali circostanze, il diritto alla monetizzazione delle ferie non godute è garantito sia dai principi costituzionali che dalle norme europee in materia di tutela del lavoratore.
  3. Giurisprudenza comunitaria – La Corte ha richiamato le disposizioni europee sul diritto alle ferie annuali retribuite, sottolineando che le ferie non possono essere considerate un mero diritto formale ma devono poter essere godute effettivamente. In mancanza di questa possibilità, per cause non attribuibili al dipendente, il diritto alle ferie si trasforma in un diritto all’indennità sostitutiva, come stabilito anche dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Implicazioni della sentenza

Questa decisione della Cassazione ha importanti implicazioni per la gestione delle ferie nel pubblico impiego, ribadendo che:

  • il datore di lavoro ha una responsabilità attiva nel garantire che i dipendenti possano godere delle ferie e nell’informarli chiaramente delle conseguenze della mancata fruizione;
  • nei casi in cui il lavoratore non possa usufruire delle ferie per cause a lui non imputabili, come la cessazione del rapporto per inabilità, il diritto all’indennità sostitutiva non può essere negato.

Inoltre, questa sentenza contribuisce a chiarire i limiti del divieto di monetizzazione delle ferie nel pubblico impiego, rafforzando le tutele a favore del dipendente in linea con i principi costituzionali e le norme europee.

Il testo della pronuncia della Cassazione

Qui il documento completo.

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