Legge di Bilancio 2019: ecco gli emendamenti sulla Pensione, segnalati dai gruppi politici per la Manovra presso la Commissione Bilancio della Camera e che saranno messi in votazione nei prossimi giorni.
Tra gli emendamenti proposti spicca la nona salvaguardia nei confronti di altri 6mila lavoratori non inclusi nei precedenti provvedimenti di tutela. Dentro anche la proroga dell’opzione donna e altri interventi minori.
Proroga dell’opzione donna e dell’ape sociale, nona salvaguardia pensionistica e un primo stop agli adeguamenti alla speranza di vita Istat che dovrebbero scattare dal 1° gennaio 2019. Sono questi i principali emendamenti segnalati ieri dai gruppi politici alla Legge di Bilancio per il 2019 presso la Commissione Bilancio della Camera e che saranno messi in votazione nei prossimi giorni. La segnalazione significa che i partiti hanno già fatto una scrematura delle richieste più importanti su cui concentrare i lavori.
Gli emendamenti
Spiccano in particolare ben quattro emendamenti in materia di nona salvaguardia pensionistica sostenuti praticamente da tutti i gruppi politici (21.067 a prima firma del deputato Fatuzzi, 21.70 Epifani, 21.29 Gribaudo, 21.026 Rizzetto); si tratterebbe dell’ennesimo provvedimento che punta a consentire il mantenimento delle vecchie regole di pensionamento, nei confronti di coloro che al 31 dicembre 2011 avevano cessato il rapporto di lavoro o avevano siglato accordi di risoluzione con il datore di lavoro. Le proposte sono molto simili tra di loro: tutte prevedono una consistenza numerica della salvaguardia sino a 6mila lavoratori e non prevedono limiti di decorrenza o di maturazione dei requisiti pensionistici (a differenza di quanto previsto nelle precedenti salvaguardie). Alcune rimandano però ad un successivo decreto ministeriale la fissazione dei criteri di accesso alla salvaguardia anche in accordo con le parti sindacali.
Le altre proposte si collocano nell’alveo delle aperture dell’esecutivo nei giorni scorsi. Dunque non sono nuove rispetto alle anticipazioni “attese” nel decreto di fine anno. Compaiono così alcuni emendamenti in materia di proroga dell’opzione donna oltre il 2015 e sull’ape sociale con diversi tentativi di ampliare le categorie beneficiarie. Un altro pacchetto di emendamenti riguarda la sospensione del prossimo adeguamento alla speranza di vita atteso dal 1° gennaio 2019.
Altre proposte
All’interno trovano spazio anche altri inviti minori ma comunque interessanti. C’è la richiesta di aumentare a 350 euro al mese gli importi delle prestazioni di invalidità civile, la riapertura dei termini per invocare i benefici per l’esposizione ultradecennale all’amianto, lo scomputo delle pensioni di guerra dai redditi rilevanti per l’assegno sociale, l’istituzione di un assegno cura per i titolari dell’indennità di accompagnamento, una disposizione specifica per evitare la riduzione dell’anzianità contributiva utile ai fini del diritto a pensione in caso di lavoro part-time verticale, obiettivo di recepire i più recenti orientamenti della giurisprudenza.
Da segnalare anche la proposta di esentare le Casse Professionali dal pagamento dei costi per la gestione delle pensioni in regime di cumulo dopo la stipula lo scorso anno della Convenzione Quadro. Sarebbe l’Inps, in questo caso, a dover sostenere per intero i costi delle pratiche divenendo l’unico ente erogatore della pensione in cumulo utilizzando a tal fine le risorse stanziate nella legge 205/2017 (che metteva a disposizione un plafond inferiore a 100 milioni di euro). Sul fronte welfare spicca la proroga del bonus bebè, i voucher per i servizi di baby-sitting in alternativa al congedo parentale, il rafforzamento del congedo di paternità.