pensioni lavoratori precociSono ancora molte le incertezze sui decreti attuativi per i lavoratori precoci: la situazione è in stallo? I decreti sono in ritardo?


I lavoratori precoci sono coloro che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età, arrivando a maturare una contribuzione particolarmente elevata cioè pari o superiore a 40 anni di contributi ad un’età anagrafica relativamente bassa, spesso intorno ai 60 anni.

 

A poco tempo dall’avvio segnalato dalla Legge di Bilancio 2017 per Ape social, volontaria e per i precoci di Quota 41 non è ancora nota la versione definitiva dei decreti attuativi della riforma. In tema pensioni oggi rimangono da valutare le dichiarazioni di qualche giorno fa del Ministro Poletti che, interrogato dai cronisti, ha indicato come a giorni sarebbe da aspettarsi la pubblicazione in Gazzetta dei decreti attuativi per lo meno per Ape social.

 

Ad oggi quindi ciò che lascia intendere il Ministro del Lavoro è che i decreti attutivi per precoci di Quota 41 e Ape social sono sì imminenti, ma le tempistiche attuali non permettono di determinare con precisione alcuna scadenza determinata. Anche se rimangono molti i punti interrogativi e le incertezze a riguardo è probabile che la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sarà effettuata solo a fine mese.

 

Secondo la parte sindacale sarebbe necessario garantire la possibilità di accesso all’Ape agevolata e al pensionamento anticipato con 41 anni per chi abbia svolto lavori gravosi per 5 anni negli ultimi 7, portando così a 24 mesi l’attuale franchigia di 12 mesi di non lavoro, prevista dall’articolo 54 del inoltre, va valutata in particolare la possibilità di abbassare il requisito contributivo da 36 a 35 o meglio ancora a 30 anni come stabilito per gli altri profili di tutela. L’ampliamento della franchigia consentirebbe, spiegano i sindacati, di non penalizzare le categorie di lavoratori che maggiormente avrebbero diritto al pensionamento anticipato, tra cui gli edili e coloro che hanno attraversato un periodo di disoccupazione o di integrazione salariale negli ultimi sei anni.

 

Modifiche che, secondo la parte sindacale, potrebbero arrivare tramite la presentazione di appositi emendamenti nel corso dell’esame parlamentare del decreto legge. La speranza è che la manovra possa riaprire il confronto che lo scorso autunno, in occasione dell’esame della legge di bilancio, si era chiuso prematuramente per colpa della caduta del Governo Renzi.

 

“Condividiamo la preoccupazione delle organizzazioni sindacali, dopo l’incontro con il Governo, per quanto riguarda il ritardo che si registra nell’emanazione dei decreti sull’APE sociale. La legge è tassativa: la misura deve decorrere a partire dal primo maggio e, quindi, va garantita la retroattività e anche previsto un eventuale prolungamento della presentazione delle domande oltre il 30 giugno prossimo”. Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. Il governo nella giornata di ieri ha comunque aperto ad alcune osservazioni formulate dal Cds condividendo l’ipotesi di assicurare la decorrenza retroattiva dell’Ape sociale e del pensionamento con 41 anni di contributi per i lavoratori precoci a partire dal 1° maggio 2017.

 

Ci dovrebbe essere anche una proroga della data di presentazione delle istanze di accesso dal 30 giugno al 15 luglio (con il Cds che chiedeva di raggiungere il 31 luglio) a cui farà seguito anche un allungamento di 15 giorni del periodo entro cui l’Inps dovrà comunicare l’accettazione delle istanze (dal 30 settembre al 15 ottobre). L’esecutivo sta studiando anche le modalità per mantenere gli anticipi pensionistici in favore dei disoccupati a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di conciliazione obbligatoria che non abbiano maturato i requisiti per l’accesso alla disoccupazione (in particolare la Naspi) e per gli agricoli dopo i rilievi del Cds. I sindacati hanno chiesto che questa apertura non sia eliminata dai testi dei provvedimenti ma per farlo, ricordano fonti di Governo, occorrerebbe una modifica legislativa alla legge di bilancio. Che potrebbe essere contenuta in un emendamento da parte dello stesso governo alla legge di conversione della manovrina (Dl 50/2017) all’esame del parlamento. Si vedrà. Tempi ancora più lunghi per l’anticipo pensionistico volontario per il quale l’esecutivo non ha dato ancora il via libera neanche al testo del provvedimento.

 

“Il decollo dell’Ape sociale e di tutte le misure contenute nel verbale d’intesa tra CGIL, CISL, UIL e Governo del settembre scorso, tradotto nella legge di Bilancio – prosegue – rappresenta un test importante per quanto riguarda l’utilizzo dello strumento della flessibilita’ pensionistica da parte dei lavoratori”. “Accanto a questo – spiega Damiano – non va dimenticata la necessità di accelerare al massimo l’emanazione dei Decreti anche per far decollare le altre normative a favore dei lavoratori, a partire dalle nuove regole per il lavoro precoce e usurante. Il ritardo sin qui registrato, compromette anche il decollo dell’esame della cosiddetta fase due, a partire dai temi centrali della pensione contributiva di garanzia per i giovani e del potenziamento della logica dell’anticipo pensionistico a favore di chi svolge lavori particolarmente pesanti”. “Rimangono, per noi, anche da correggere le recenti circolari dell’INPS relative all’accesso flessibile e anticipato alla pensione per i lavoratori dipendenti nati nel 1952. L’esclusione dal computo dell’anzianità dei versamenti volontari, del servizio militare, della maternità, della mobilità e del riscatto della laurea, è una scelta semplicemente assurda, arbitraria e contraddittoria con la normativa legislativa”, conclude.