La manovra consentirà anche ai lavoratori precoci di uscire con 41 anni di contributi. La conferma è arrivata ieri dal Sottosegretario Tommaso Nannicini che in una intervista al Corriere della Sera ha indicato saranno circa 25mila i lavoratori precoci che potranno uscire a partire dal 1° gennaio 2017 per aver soddisfatto il nuovo requisito di anzianità contributiva. Senza alcuna decurtazione sulla pensione.
Nell’agevolazione potrà rientrare però solo chi ha lavorato almeno 12 mesi effettivi prima del 19° anno di età e risulti disoccupato, invalido o impiegato in attività particolarmente gravose ancora da definire puntualmente.
Chi ha svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima dei 19 anni anche non continuativi potrà guadagnare un’uscita anticipata a 41 anni di contributi invece che 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Così un lavoratore che ha 60 anni e 41 anni di contributi potrà andare in pensione anticipata con un anticipo sino ad un anno e 10 mesi. Occhio però alle condizioni. Per poter entrare nella cd. quota 41 il lavoratore dovrà appartenere ad almeno uno dei tre seguenti profili: a) risulti ancora disoccupato al termine della fruizione degli ammortizzatori sociali; b) versa in condizioni di salute che determinano una disabilità; c) risulti occupato in alcune attività particolarmente gravose, attività che dovranno essere individuate (si è parlato di infermieri addetti alla sala operatoria, macchinisti ferrovieri, edili, maestre d’infanzia, autisti di mezzi pesanti, ma le categorie devono ancora essere ufficializzate). A queste categorie dovrebbero aggiungersi anche i lavoratori che assistono un familiare disabile correggendo una lacuna contenuta nell’accordo quadro del 28 Settembre scorso che aveva stranamente lasciato fuori questa platea.
A ben vedere si tratta delle medesime categorie di lavoratori che godranno dell’APE nella forma agevolata. Cioè con penalità del tutto assenti (se la pensione futura sarà ricompresa entro i 1.500 euro lordi al mese) o comunque largamente ridotte (se la pensione sarà superiore al predetto valore). Per cui questi quattro gruppi di lavoratori avranno due nuove strade per uscire in via anticipata a seconda della propria posizione assicurativa ed anagrafica: se centrano i 63 anni prima dei 41 anni di contributi potranno lasciare con l’APE agevolato (a condizione di avere almeno 30 anni di contributi o 36 anni se coinvolti nelle attività gravose di cui al punto c): se raggiungono prima i 41 anni (ed hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo entro il 19° anno di età) potranno uscire con la cd. quota 41. Questo il quadro generale, riassunto nella tavola sottostante.
Attenzione anche alle date. La misura per i precoci dovrebbe entrare in vigore subito, il 1° gennaio 2017 e sarà strutturale cioè permarrà nel tempo e non sarà soggetta a vincoli di bilancio. L’APE agevolato sarà invece sperimentale, durerà due anni, partirà probabilmente dal 1° maggio 2017, e sarà legata ad una cifra di risorse annualmente stabilite dal Governo. Per cui se le risorse si esauriranno il lavoratore potrebbe vedersi ulteriormente dilatare la data di uscita.
La tavola seguente illustra le agevolazioni in base a quanto stabilito nel verbale quadro siglato il 28 Settembre 2016 con i sindacati.