Alessio Lenzi, (Uici) racconta questa “rivoluzione” che permette di orientarsi, muoversi e leggere con un unico dispositivo.
“Per noi ciechi però l’iPhone non ha 10 anni: ne ha 7, perché solo nel 2009 è diventato accessibile. E ci ha cambiato la vita. Ma non sostituirà mai cane e bastone bianco”.
Quando l’iPhone è nato, esattamente 10 anni fa, “a noi ciechi non ha dato niente: non c’era il lettore di schermo. Ci sono voluti altri 2 anni perché arrivasse l’iPhone 3gs, finalmente accessibile, a cambiarci la vita”. Alessio Lenzi è consigliere dell’Uici di Torino, responsabile per l’informatica e le nuove tecnologie. Oggi ci racconta cosa ha significato per lui e per chi, come lui, ha una disabilità visiva, la nascita di quello che chiama il “telefono che parla”. Quel giorno “è iniziata la rivoluzione che ci ha cambiato la vita – assicura – Non dovevamo più portarci dietro decine di oggetti e dispositivi, ma avevamo tutto in unico apparecchio, che ci permetteva al tempo stesso di leggere un foglio o i bugiardini dei farmaci, di gestire elettrodomestici, allarmi e luci in casa, di orientarci con un navigatore satellitare, o accedere ai social network anche senza computer”.
Ma soprattutto “l’iPhone ci ha parificato agli altri, perché oggi non devo comprare un oggetto speciale, non devo chiedere che sia adattato, non devo applicare un dispositivo a parte: mi basta attivare il sintetizzatore vocale, presente ormai su tutti gli iPhone e su molti smartphone”.
Occorre, come sempre, acquisire dimestichezza, senza scoraggiarsi. “Lo schermo touch può essere scoraggiante, specialmente per chi non vede, abituato a compiere determinati gesti e ad avere alcuni punti di riferimento. Ricordo il mio primo impatto con l’iPhone, fu tremendo: la prima sera, volevo buttarlo via. C’è voluto del tempo, per capire quante potenzialità avesse. Oggi mi permette di orientarmi, come pure di gestire la mia casa. .Molti però ancora non sanno che questi telefoni possono parlare”.
Per questo Lenzi, insieme all’Uici e anche tramite il sito che gestisce insieme ad alcuni amici, si impegna nella formazione e nell’assistenza verso chi ancora non ha familiarità con questa tecnologia. “Esiste ancora una certa resistenza, ma con l’esercizio e la pratica ho visto anche anziani non vedenti usare agevolmente questo strumento”.
La funzionalità più preziosa?
“Difficile dirlo, dieci persone daranno dieci risposte diverse. Per me, è la possibilità di sapere sempre dove mi trovo e potermi orientare”. Un iPhone al posto del bastone, o del cane guida? “Mai, questo non sarà mai possibile. La tecnologia può aiutare, ma mai sostituire. Iphone e smartphone sono però una chiave universale, che in questi anni ci hanno aperto tante porte”.