I dipendenti in soprannumero degli enti di area vasta e della Croce Rossa stanno preparando le valigie: entro il 17 giugno sapranno qual è il loro destino e il 17 luglio è il termine entro il quale dovranno presentarsi al nuovo datore di lavoro. Queste scadenze sono determinate partendo dagli ultimi due comunicati, entrambi datati 15 aprile, pubblicati sul portale «mobilità.gov» dalla Funzione pubblica: nel primo, il Dipartimento avvertiva che era stata aggiornata la domanda e l’offerta di mobilità con gli ultimi dati provenienti dalle amministrazioni interessate; con il secondo veniva consentito ai dipendenti in esubero di esprimere le loro preferenze di assegnazione.
Analizzando l’allineamento territoriale, in base ai dati disponibili per 9 regioni su 15 coinvolte il riassorbimento non pone problemi. Si tratta di Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche e Abruzzo. Invece risultano più eccedenze che posizioni vacanti nelle altre sei regioni: Calabria, Puglia, Campania, Basilicata, Molise e Umbria. In due di queste lo scarto è però minimo e il gap potrebbe essere ulteriormente ridotto con il rientro del personale distaccato o comandato.
Inoltre, a partire dal 18 luglio prossimo, quando tutti i dipendenti provinciali avranno preso servizio presso il nuovo datore di lavoro, si dovrebbero ripristinare “le ordinarie facoltà di assunzione previste dalla normativa vigente”. L’operazione non è tuttavia automatica. Il primo periodo del comma 234 della legge di stabilità 2016 (legge n. 208/2015), infatti, stabilisce lo sblocco delle assunzioni di personale per le amministrazioni locali nel momento in cui, nell’ambito regionale, tutto il personale interessato al processo di mobilità sia stato collocato; ma il secondo periodo dello stesso comma impone agli enti di attendere il via libera della Funzione pubblica, la quale dovrà attestare la conclusione della procedura nella regione di appartenenza.