logo-paralimpiadi-201615Con 39 medaglie – 10 d’oro, 14 d’argento e 15 di bronzo – il bottino della squadra azzurra a Rio è il migliore dai Giochi di Atlanta 1996. Nell’ultima serata di gare nei 100 metri categoria T42 l’impresa di due azzurre assistite dal Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio: Martina Caironi si conferma la più veloce al mondo bissando il successo di Londra, mentre Monica Contrafatto è terza. Quattro anni fa guardava la compagna in tv da un letto di ospedale.

 

La squadra italiana torna dai Giochi paralimpici di Rio con al collo 39 medaglie: 10 d’oro, 14 d’argento e 15 di bronzo. È il bilancio migliore degli ultimi 20 anni: a Sydney 2000, infatti, le medaglie furono 27, ad Atene 2004 19, a Pechino 2008 18 e a Londra 2012 28. In termini assoluti il risultato degli azzurri è il migliore dall’edizione di Atlanta 1996, quando con 11 ori, 20 argenti e 14 bronzi le medaglie vinte furono in totale 45. A rendere ancora più positivo il bilancio di Rio è anche il nono posto ottenuto nel medagliere. L’Italia, infatti, non entrava nella top ten assoluta dall’edizione di Heidelberg 1972, ben 44 anni fa.

 

“È un sogno che si avvera”. Nell’ultima serata di gara ad arricchire il bottino azzurro è arrivata l’impresa di due atlete assistite dal Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio nella finale dei 100 metri categoria T42: la portabandiera Martina Caironi, reduce dalla medaglia d’argento nel salto in lungo, ha bissato il successo di Londra tagliando il traguardo in 14”97, precedendo la tedesca Vanessa Low (15”17) e la compagna di squadra Monica Contrafatto (16”30), che nel 2012 aveva assistito al suo trionfo da un letto dell’ospedale dove era stata ricoverata dopo aver perso la gamba destra durante una missione in Afghanistan. Per la velocista siciliana “è un sogno che si avvera. Quattro anni fa vedevo Martina in tv e oggi sono qui sul podio insieme a lei. È fantastico”.

 

Pancalli: “L’epilogo migliore per questi Giochi”. Subito dopo il traguardo, Martina Caironi ha dato sfogo alla tensione accumulata nei lunghi mesi della preparazione con un pianto liberatorio: “Stavo per perdere la protesi, ho avuto la sensazione che si staccasse e infatti ho rallentato, per quello non ho fatto un gran tempo – ha detto a fine gara – Ho pianto perché a Londra non avevo fatto tutti i sacrifici che ho fatto per Rio. In tanti mi dicevano che avrei vinto questa gara, ma finché la medaglia non ce l’hai può succedere di tutto, come si è visto con la protesi”. Per il presidente del Comitato italiano paralimpico (Cip), Luca Pancalli, “è l’epilogo migliore di una Paralimpiade che ci ha emozionato dall’inizio alla fine. In una delle gare più spettacolari dei Giochi, Martina ha saputo emozionarci ancora, scrivendo una nuova straordinaria pagina di sport per il nostro movimento, confermandosi sul tetto paralimpico e dimostrando di essere la campionessa che tutti conosciamo”.

 

In Brasile 31 atleti sul podio. Il presidente del Cip ha speso parole di elogio anche per Monica Contrafatto, “altro esempio di come ci si possa riappropriare della propria vita attraverso la pratica sportiva”, e per tutto il team azzurro, “un gruppo fantastico, in cui ognuno vive e sente la gara del compagno di squadra”. In tutto sono 31 gli atleti italiani che a Rio sono saliti sul podio. Insieme a Martina Caironi, sono diventati campioni paralimpici Federico Morlacchi, Francesco Bocciardo, Alex Zanardi, Vittorio Podestà, Assunta Legnante, Luca Mazzone, Beatrice Vio e Paolo Cecchetto. Oltre a loro, hanno conquistato almeno una medaglia Francesco Bettella, Michele Ferrarin, Cecilia Camellini, Giulia Ghiretti, Oney Tapia, Alberto Luigi Simonelli, Arjola Trimi, Giovanni Achenza, Vincenzo Boni, Roberto Airoldi, Elisabetta Mijno, Giada Rossi, Mohamed Amine Kalem, Giancarlo Masini, Francesca Porcellato, Efrem Morelli, Fabio Anobile, Loredana Trigilia, Andrea Mogos, Alvise De Vidi, Andrea Tarlao e Monica Contrafatto.

 

Morlacchi il più medagliato, doppio oro per Zanardi e Mazzone. L’Italia è andata a medaglia in sette discipline. Quella che ha portato i metalli più pesanti è il ciclismo, che ha regalato alla nostra spedizione cinque ori, due argenti e cinque bronzi. Alex Zanardi e Luca Mazzone, in particolare, hanno vinto due ori e un argento a testa. L’azzurro più medagliato è invece Federico Morlacchi, che torna a casa con un oro e tre argenti nel nuoto, dove gli azzurri hanno conquistato complessivamente due ori, otto argenti e tre bronzi. Notizie positive dall’atletica, con due ori, due argenti e due bronzi, mentre la scherma ha portato un oro e un bronzo, l’arco un argento e un bronzo come il triathlon, e il tennistavolo due bronzi.