La legge delega sulla riforma pensioni depositata la scorsa settimana dal Presidente della Commissione Lavoro al Senato presenta nuovi dettagli e nuove ipotesi sulla flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.
Vediamo nel dettaglio cosa prevede il ddl depositato:
- Pensioni a patire da 62 ani di età e 35 anni di contributi
- Penalizzazione massima 8%
- Sconto fino a 2 anni per le lavoratrici madri
- Per coloro che hanno raggiunto l’età pensionabile o che assistono familiari con disabilità possibilità di ricorrere al part time
I punti cardine delle Riforma pensione proposta sono, dunque:
Pensioni flessibili
La flessibilità va attuata senza creare un ulteriore deficit nel bilancio pubblico e si tradurrà nella possibilità di accedere alla pensione con almeno 62 anni di età e 35 anni di contributi. Si tratta di una sorta di quota 97 con una decurtazione massima sull’assegno previdenziale dell’8%. Con l’avvicinarsi all’età pensionabile in vigore l’entità della penalizzazione si riduce man mano. La legge delega prevede, comunque, che per ogni anno di anticipo la riduzione non debba essere superiore al 2%, penalizzazione che sarebbe eliminata al raggiungimento dei 66 anni, quindi.
Benefici per lavoratrici madri
Il disegno di legge prevede la valutazione doppia dei periodi di astensione dal lavoro per maternità e puerperio (massimo due anni) e di per ogni evento di parto 6 mesi di contribuzione figurativa. Questo per riconoscere specifici benefici previdenziali alle lavoratrici madri.
Assistenza a familiari
Il governo deve incentivare gli impegni assunti dai lavoratori per la cura e l’assistenza di familiari con disabilità permettendo il ricorso al contratto di lavoro part time e predisponendo un piano volto al prolungamento della vita attiva che valorizzi le competenze acquisite dai lavoratori più anziani che possono fare attività di tutoraggio e di affiancamento con i neo assunti.