Il 30% dei lavoratori italiani sceglie i fondi pensione, con una crescita anno su anno del +5,4% (nel 2014 rispetto al 2013) in termini di adesioni e del +12% sul fronte patrimoniale, per un totale di 6,5 milioni di adesioni alle forme complementari (29,4% degli occupati).
Ecco la fotografia scattata da Covip sullo stato dei fondi pensione e la previdenza complementare in Italia.
Il nostro sistema previdenziale si sta progressivamente strutturando in direzione di un modello di Welfare che vede la cooperazione di soggetti pubblici e privati nell’erogazione delle prestazioni pensionistiche.
I fondi pensione e gli enti di previdenza privati – gli uni integrando, gli altri sostituendo la pensione erogata dallo Stato – rivestono infatti una funzione essenziale sul piano sociale: sostengono il benessere degli individui nella fase anziana in un contesto in cui è emersa l’esigenza di affiancare lo Stato e gli altri operatori pubblici nella copertura dei bisogni e dei rischi connessi con l’invecchiamento della popolazione.
Nel 2014 l’attività economica mondiale è cresciuta in termini reali del 3,4 per cento, in linea con i valori registrati nei due anni precedenti. La crescita resta tuttavia eterogenea fra le principali aree economiche. I rischi di instabilità finanziaria globale, pur attenuandosi, sono rimasti elevati. Fattori di potenziale instabilità sono connessi alle condizioni macroeconomiche, in particolare al persistere dei bassi tassi di interesse, alle tensioni geo-politiche e al protrarsi delle difficoltà economico-finanziarie in Grecia.
Alla fine del 2014 le forme pensionistiche complementari operanti nel sistema erano 496, così suddivise: 38 fondi pensione negoziali, 56 fondi pensione aperti, 78 piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (PIP) e 323 fondi pensione preesistenti (di cui: 204 fondi autonomi, cioè provvisti di soggettività giuridica, e 119 fondi interni a banche, imprese di assicurazione e società non finanziarie); a questi si aggiunge FONDINPS, la forma istituita presso l’INPS che accoglie i flussi di TFR dei lavoratori silenti per i quali gli accordi collettivi non prevedono un fondo di riferimento.
Rispetto al 2013 il numero delle forme complementari è diminuito di 13 unità: a fronte di una fusione che ha riguardato due fondi negoziali, si sono ridotti di 2 unità i fondi aperti e di 7 i fondi preesistenti; per la prima volta dalla loro introduzione, anche il numero dei PIP si è ridotto di 3 unità.
Per tutti i dati del Report preparato dalla COVIP potete consultare il file in allegato a quest’articolo.