Via libera al nuovo contratto Enti Locali, firmato con gli aumenti e gli arretrati in busta paga, approvato definitivamente anche dall’ARAN.
Contratto enti locali firmato: aumenti arretrati in busta paga. I sindacati del pubblico impiego e l’Aran, l’Agenzia che rappresenta il governo nelle trattative sulla P.a, hanno infatti appena sottoscritto in via definitiva il rinnovo per il periodo che va dal 2016 al 2018. Non c’è quindi più alcun passaggio da fare per veder scattare entro l’estate l’aumento di 85 euro medi mensili (lordi); mentre per il tempo già trascorso in busta paga arriverà l”una tantum con gli arretrati.
Supponendo che giugno sia il mese giusto, la tranche già maturata dovrebbe andare, secondo stime sindacali, dai 592,50 euro ai 619,90.
GLI AUMENTI
I contratti traducono in cifre l’ormai celeberrimo accordo governo-sindacati del 30 novembre 2016 che prometteva agli statali aumenti medi mensili di 85 euro. Si parte dai 52 euro di aumento (più 29 euro di quota perequativa) per le categorie più basse. Fino ad arrivare ai 90 euro di aumento della categoria D6 (con soli 2 euro di perequazione). Ma al di là degli aumenti mensili, i dipendenti di enti locali e regioni potranno festeggiare per i corposi arretrati. In arrivo con la busta paga di giugno.
L’assegno una tantum maturato per il periodo 1° gennaio 2016-31 maggio 2018 andrà da un minimo di 592,50 euro per la fascia A1 a un massimo di 883,10 euro per la fascia D6. Un dipendente medio (categoria C1) si porterà a casa 669,80 euro di arretrato.
Alla luce delle recenti modifiche legislative, è stato individuato, un nuovo meccanismo per l’attribuzione degli incentivi economici al personale, che ha l’obiettivo di riconoscere premi aggiuntivi a coloro che abbiano ottenuto le valutazioni più elevate. In questo ambito, si è provveduto anche ad un riassetto organico delle disposizioni che regolano la costituzione e l’utilizzo dei fondi destinati alla contrattazione integrativa per l’erogazione dei trattamenti economici accessori.
Gli aumenti a regime valgono in media 65 euro lordi al mese negli enti territoriali, e oscillano da 52 a 90,3 euro a seconda del gradino occupato dal dipendente nella scala gerarchica. In sanità invece la media viaggia a 66,9 euro, e va dai 50,5 euro del gradino più basso ai 90,8 di quello più alto.