Quale cifra sarebbe pronto a mettere sul piatto il governo per i rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici?
Dovrebbe essere di circa 300 milioni di euro lo stanziamento previsto dal governo nella prossima Legge di Stabilità per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici che non possono più essere rinviati dopo la sentenza della Corte costituzionale della scorsa estate. Una somma che minimizza il costo finanziario per lo Stato, impegnato a far quadrare i conti di una manovra da 27 miliardi, ma che viene giudicata assolutamente insufficiente dai sindacati, che parlano di cifra «inaccettabile» perché si tratterebbe di «8-10 euro lordi al mese, meno di una pizza».
«Se le cifre fossero confermate ci sarebbero necessariamente delle iniziative da assumere», dice Mi chele Gentile, responsabile settore pubblico della Cgil, ricordando che in 6 anni di blocco i circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici hanno perso circa 300 euro a testa al mese. E di una misura «irrealistica, anche rispetto a quanto stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale» parla la Uil, spiegando che «con 300 milioni sarebbe impossibile sottoscrivere un qualsiasi contratto degno di questo nome».
Il primo contatto tra le parti, ancora prima del varo da parte del Consiglio dei ministri della legge di Stabilità, è previsto per martedì, quando si partirà all’Aran il tavolo per la riduzione dei comparti da 11 a 4 dei comparti di contrattazione, passaggio richiesto dalla legge Brunetta del 2009. Solo dopo questo negoziato in qualche modo preliminare si andrà al confronto vero e proprio sul contratto. I margini per aumentare le risorse, comunque, non sarebbero ampi; dal punto di vista del governo la somma esigua sarebbe giustificata dai bassi livelli di inflazione degli ultimi anni.