La Consulta analizza la responsabilità amministrativa per colpa grave ed esorta a una complessiva riforma della materia da parte del legislatore.


Con la sentenza n. 132, depositata oggi, la Corte Costituzionale ha dichiarato in parte inammissibili e per la restante parte non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Campania, riguardanti l’art. 21, comma 2, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito nella legge 11 settembre 2020, n. 120. Questa disposizione prevede una temporanea esclusione della responsabilità amministrativa per colpa grave, limitandola alle sole ipotesi dolose, per le condotte commissive degli agenti pubblici fino al 31 dicembre 2024.

La sentenza della Corte Costituzionale riconosce la validità temporanea e specifica della norma in questione, sottolineando l’importanza di un equilibrio tra responsabilità e operatività nella pubblica amministrazione, e sollecita una riforma che renda il sistema più coerente e adatto ai cambiamenti in corso.

Il Contesto della decisione

La norma contestata è stata introdotta in un periodo di emergenza economica e sociale causato dalla pandemia di COVID-19, che ha imposto una prolungata chiusura delle attività produttive con gravi ripercussioni sull’economia nazionale e sulla coesione sociale. L’intenzione del legislatore era quella di permettere alla pubblica amministrazione di operare senza timori, evitando che la paura della responsabilità potesse ostacolare la ripresa economica.

La Corte dei Conti aveva sollevato la questione della violazione degli articoli 3 e 97 della Costituzione, sostenendo che la limitazione della responsabilità amministrativa alle sole ipotesi dolose contrastava con il principio generale di imputabilità per dolo o colpa grave. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha sottolineato che la regolamentazione della responsabilità amministrativa deve trovare un equilibrio tra due esigenze fondamentali:

  1. funzione deterrente: evitare comportamenti negligenti che potrebbero pregiudicare il buon andamento della pubblica amministrazione.
  2. non disincentivare l’azione: non rendere il rischio di responsabilità talmente alto da scoraggiare l’operato dei funzionari pubblici.

Il giudizio della Consulta sulla responsabilità amministrativa per colpa grave

La Corte Costituzionale ha riconosciuto che, in un contesto normale, una disciplina che limitasse la responsabilità amministrativa alle sole ipotesi dolose sarebbe irragionevole, in quanto non scoraggerebbe comportamenti gravemente negligenti. Tuttavia, ha anche precisato che una tale limitazione può essere giustificata se riguarda un numero circoscritto di agenti pubblici o specifiche attività particolarmente rischiose, e soprattutto se è di natura temporanea e in un contesto eccezionale.

La disposizione contestata si giustificava quindi alla luce della necessità di una risposta efficace all’emergenza pandemica e alle successive esigenze legate all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La Corte ha inoltre auspicato che, con l’imminente scadenza dell’ultima proroga, il legislatore intervenga per una complessiva riforma della responsabilità amministrativa, adeguando la disciplina alle trasformazioni strutturali del modello di amministrazione e del contesto istituzionale e sociale.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.