Gli assegni superiori a sei volte il trattamento minimo inps non avranno alcun beneficio dal decreto legge varato ieri dal Governo. Per gli altri rimborsi e rivalutazioni di molto al di sotto di quanto dovuto.
I tecnici di Palazzo Chigi stanno ultimando gli ultimi dettagli del decreto legge sulle pensioni che entro la fine della settimana sarà trasmesso al Presidente della Repubblica per la controfirma per poi arrivare in Gazzetta Ufficiale. Ma la strada tracciata dal Governo è chiara. Solo chi ha aveva un assegno lordo al 31 dicembre 2011 (o al 31 dicembre 2012 se il pensionato è uscito nel 2012) superiore a 3 volte il trattamento minimo e inferiore a 6 volte il trattamento minimo inps avrà un ristoro (minimo) che gli consentirà di recuperare parte di quanto lasciato sul terreno in questi anni per via del blocco dell’indicizzazione delle pensioni nel biennio 2012-2013.
Ma delimitiamo un attimo la platea degli interessati. Fuori prima di tutto chi è andato in pensione dal 2013 in poi: costoro hanno visto la propria pensione pienamente indicizzata all’inflazione a partire dal 2014 per effetto della legge 147/2013. La misura si rivolge piuttosto a quei pensionati che erano andati in pensione prima del 2013 e che avevano un assegno superiore a 3 volte il TM. Chi aveva assegni inferiori a 3 volte il TM, infatti, non è stato interessato dal blocco biennale dell’indicizzazione stabilito dalla Legge Fornero e, pertanto, la recente decisione della Consulta (e quindi il decreto legge varato ieri dal Cdm) non produce alcun effetto rivalutativo sul proprio assegno. La platea degli interessati è composta dunque da quei pensionati che avevano un assegno al 31 dicembre 2011 ricompreso tra i 1405 euro e i 2810 euro lordi al mese circa.
Il 1° Agosto questi pensionati riceveranno una somma una tantum oscillante tra i 750 euro circa e i 278 euro a cui si aggiunge, dal 1° settembre, la rivalutazione dell’assegno che porterà in tasca tra i 60 e i 180 euro all’anno in più. Briciole rispetto a quanto spetterebbe loro dopo la decisione Consulta (i rimborsi copriranno tra il 20% ed il 5% del dovuto, si veda tabella), anche se qualche elemento positivo potrebbe esserci sul profilo fiscale dato che il bonus indicato dal Governo dovrebbe essere al netto della tassazione.