Vediamo quali sono le ultime novità riguardo le bodycam per gli operatori di polizia e come si è pronunciato il Garante della Privacy al riguardo.
Non consentito il riconoscimento facciale e stabilito il termine di conservazione dei dati per sei mesi, sono due delle principali regole fissate dall’Authority italiana in materia di riprese audio-video da parte delle forze dell’ordine.
Le Bodycam sono da diverso tempo una realtà in molti paesi, sia UE che extracomunitari, a tutela non solo degli addetti ai lavori che ne fanno uso, ma anche del cittadino che si trova ad interagire con gli stessi, laddove, in caso di necessità, i files audiovisivi potranno essere assunti come elementi di prova documentale in favore (o contro) chiunque resti coinvolto in eventi di qualsivoglia natura, sia esso rappresentante dell’ordine pubblico che soggetto terzo.
A breve anche l’Italia vedrà equipaggiati gli operatori di polizia con telecamere personali indossabili, e da impiegarsi durante il servizio, avvalendosi di utilità quali la geolocalizzazione, la registrazione audio-video e dei metadati sul dispositivo, trasmissione di quanto acquisito in diretta streaming tramite wi-fi o rete dati cellulare alla centrale operativa, conservazione in archivi digitali crittografati.
I pareri espressi dal Garante della Privacy, sia nei confronti della Polizia di Stato che dell’Arma dei Carabinieri, sono particolarmente articolati, ed è necessaria una disamina di entrambi, atteso che le specifiche istanze attengono a differenti implementazioni informatiche per le due forze di polizia richiedenti.
Ai rispettivi links i provvedimenti pubblicati dal Garante della Privacy.
https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9690691
https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9690902
Fonte: articolo di Giovanni Stefanelli
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