Il personale in servizio nelle amministrazioni comunali italiane è composto da 416.964 unità e comprende i dipendenti comunali, i dirigenti, i segretari comunali e i direttori generali. All’interno di questo diversificato universo, qual è il livello della rappresentanza di genere? Alcuni dettagli interessanti emergono dalle ultime elaborazioni condotte da Ifel a partire dai dati del ministero dell’Economie e delle Finanze.
Le donne costituiscono più della metà del personale in servizio nei Comuni italiani, il 53,0%. Si tratta di un dato che assume valori eterogenei a seconda delle Regioni considerate: limitando il campo alle amministrazioni comunali del nord e del centro, la rappresentanza femminile risulta sempre superiore al dato medio nazionale, con le uniche eccezioni dei comuni umbri e marchigiani. Da rilevare il dato delle amministrazioni comunali dell’Emilia-Romagna, dove oltre due terzi del personale (67,6%) è donna.
Lo scenario muta radicalmente se ci sposta nelle amministrazioni comunali del Sud, con una proporzione tra i generi che si ribalta in favore degli uomini, in modo particolare nei comuni della Campania, dove il personale comunale di genere femminile rappresenta meno di un terzo del totale (30,2%). Entrando nel dettaglio delle diverse tipologie di personale, l’equa rappresentanza di genere si conferma, seppure con un costante squilibrio a livello regionale, sia per i dipendenti comunali (53,2% è donna) sia per i segretari comunali (50,1%).
Proprio in riferimento ai segretari comunali emerge un dato particolarmente interessante: a differenza delle altre cariche comunali, per le quali l’incidenza maggiore di donne si riscontra nei comuni del Centro-Nord, l’incidenza percentuale di segretari comunali di genere femminile è superiore al dato medio in prevalenza nei comuni delle regioni del sud e delle isole. Guardando alle altre cariche comunali analizzate, quelle di dirigenti comunali e di direttori generali, la rappresentanza di donne diminuisce sensibilmente, attestandosi rispettivamente sul 34% e sul 20% del totale nazionale.
Dipendenti a tempo indeterminato: più della metà è donna
Passando all’analisi dell’universo dei dipendenti a tempo indeterminato nelle amministrazioni comunali italiane, composto da 368.889 unità, la rappresentanza di genere risulta equilibrata, con una leggera prevalenza delle donne che costituiscono il 52,9% del totale. La distribuzione geografica conferma quanto detto in precedenza, con una prevalenza dei Comuni del Centro Nord e l’incidenza maggiore registrata nelle amministrazioni comunali dell’Emilia Romagna, dove oltre due dipendenti a tempo indeterminato su tre sono di genere femminile (67,1%). Al contrario, nelle amministrazioni comunali meridionali e insulari l’incidenza percentuale di dipendenti di genere femminile a tempo indeterminato è inferiore alla media, con una netta prevalenza degli uomini nei comuni di Campania e Calabria: in queste realtà i dipendenti a tempo indeterminato di genere femminile sono rispettivamente il 29,1% e il 30,3% del totale.
Le donne dirigenti a tempo indeterminato
Dei 3.124 dirigenti a tempo indeterminato in servizio nei comuni italiani, il 36% è donna. A livello regionale, sono i comuni della Valle d’Aosta a presentare la maggiore incidenza di genere femminile: in queste amministrazioni più della metà, il 55,6%, dei dirigenti a tempo indeterminato è donna. Le amministrazioni della Valle d’Aosta sono le uniche a far registrare una prevalenza del genere femminile alla carica di dirigenti a tempo indeterminato, ma valori superiori alla media nazionale si rilevano anche nei comuni di altre regioni del nord, come Piemonte, Liguria, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, e, al sud, nelle amministrazioni comunali insulari.