bloccato-il-rinnovo-contratto-scuola-per-il-2015_163225Il 5 maggio il mondo dell’istruzione incrocerà le braccia contro la riforma del Governo «La Buona Scuola»: lo hanno annunciato oggi i sindacati del settore, dal palco della manifestazione della Rsu a Roma che ha visto la partecipazione di migliaia di persone. Ma il ministro Stefania Giannini difende il testo: «è una riforma culturale rivoluzionaria».

 

Lo sciopero è indetto da Flc-Cgil, Uil Scuola, Cisl Scuola, Gilda-Unams e Snals-Confsal. Unicobas invece si smarca e conferma lo sciopero indetto per il 24 aprile insieme ad Anief e Usb: il 5 maggio «potrebbe essere già troppo tardi» avvertono.

 

Il Jobs Act è stato presentato dal Governo il 3 aprile 2014, esaminato in Aula il 7 agosto 2014, il 24 e 25 settembre 2014, l’8 ottobre 2014 supererà un primo esame dell’Aula, per essere approvato definitivamente il 3 dicembre ed entrare in vigore, come da normativa, 15 giorni dopo.

 

Si è trattato di un provvedimento che ha sorpreso tanti, anzi molti, per la velocità con il quale è stato approvato, oltre che per i suoi effetti a dir poco devastanti per il diritto del lavoro.

 

Il disegno di legge sulla scuola, ora ancora in Commissione, è agganciato al Jobs Act, specialmente per quanto concerne la scuola lavoro, ma l’altro legame che sussiste è quello della tempistica.

Ora che possibilità ci sono che il disegno di legge sulla scuola venga approvato da entrambi i rami del Parlamento prima del 12 maggio 2015?

 

Molti dicono che questo provvedimento verrà agganciato al DEF. Certo, è vero che nel DEF si parla di “buona scuola” ed il DEF viene inviato alle Camere perché si esprimano sugli obiettivi programmatici in tempo utile per la trasmissione del Programma di Stabilità e del Programma Nazionale di Riforma al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile.

Poi, però, vi sono anche le manovre importanti per i bilanci dello Stato che vengono comunque approvate entro il 30 giugno.

 

Ora, come è noto, sul 12 maggio vi è stata una enorme convergenza, quella sarà la data nella quale manifesteranno e sciopereranno gli studenti, perché quella è la data delle prove Invalsi e l’Invalsi è il cuore del sistema di valutazione di questa riforma.

 

E la base della maggioranza dei sindacati era contenta di ciò, producendo anche diverse lettere o appelli per una manifestazione, finalmente unitaria, unica ed irripetibile, per il 12 maggio.

 

Ma, a quanto pare, il 5 maggio, notizia che circola da ieri e confermata da poco, alcuni sindacati che avrebbero potuto convergere sul 12 maggio, vogliono concentrare il tutto su tale data, tagliando fuori o rischiando di tagliare fuori la componente studentesca e non solo.

 

Certo, il 5 maggio vi è già lo sciopero contro le prove dell’Invalsi, proclamato dai Cobas, ed il 6 maggio vi è un secondo giorno p er poi concludersi il tutto il 12, certamente salteranno le prove dell’Invalsi in via generalizzata nelle scuole primarie per quella data, cosa considerevole e ci mancherebbe, però, salta la manifestazione unitaria, salta il processo unitario che avrebbe potuto condurre a Roma una marea incavolata ed indignata di docenti,studenti e di manifestanti. Invece si frammenta il tutto.

 

Si dice che è tardi il 12 maggio, e perché? A questo punto, se è vero, ma nutro forti dubbi che ciò possa accadere, che la buona scuola verrà collegata per l’approvazione al Def, cioè entro il 30 aprile, anche il 5 maggio è tardivo, ed anche gli scioperi che cadono a ridosso di quella data rischiano di esserlo.

 

Pare semplicemente impossibile che la buona scuola possa essere approvata prima di metà maggio, i tempi reali e non teorici, non ci sono. Insomma la data del 5 maggio, per quanto lodevole per la questione dell’Invalsi, comporterà una frammentazione della lotta, comporterà una rivolta da parte della base, e paradossalmente rischierà di favorire il Governo, perché un conto è avere tre, quattro manifestazioni territoriali frammentante nel tempo, un conto una irripetibile manifestazione generale, generalizzata e condivisa per la difesa della buona scuola.

 

Il 12 maggio, era e continuerà ad essere la data guida, anche perché, gli studenti le prove Invalsi non le vogliono, ed in piazza scendono anche per questo e l’Invalsi non è mica una cosa da poco, ma il cuore, come già detto e scritto, di quella valutazione che cambierà per sempre la nostra scuola, ed un pezzo determinante e fondamentale della cattiva scuola di questo Governo.

 

Insomma il 12 maggio è la data che può unire il tutto, un ripensamento sul 5 maggio è auspicabile, quanto prima.