In un recente parere del Garante della Privacy si parla di rilevazione biometrica sul posto di lavoro, nel caso specifico delle impronte digitali: si tratta di una pratica legittima oppure no?
L’Autorità è intervenuta a seguito di una segnalazione di un’organizzazione sindacale, che lamentava l’introduzione del sistema biometrico da parte di una società sportiva, nonostante la richiesta del sindacato di adottare mezzi di rilevazione meno invasivi.
Rilevazione impronte digitali sul posto di lavoro: è illegittima?
Nel corso dell’istruttoria e degli accertamenti ispettivi, effettuati dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, è emerso che la società aveva effettuato, per quasi quattro anni, la rilevazione delle impronte digitali dei 132 dipendenti senza un’adeguata base normativa.
Secondo il Garante, inoltre, la società:
- aveva trattato per scopi di ordinaria gestione (consentire maggiore velocità e snellezza dell’attività di rilevazione delle presenze) una tipologia di dati protetta dal Regolamento europeo con particolari garanzie, violando i principi di minimizzazione e proporzionalità
- inoltre aveva fornito ai lavoratori informazioni del tutto carenti sulle caratteristiche dei trattamenti biometrici.
La decisione del Garante
Secondo il principio espresso dall’Autorità, il trattamento di dati biometrici sul posto di lavoro è consentito solo se necessario per adempiere gli obblighi ed esercitare i diritti del datore di lavoro previsti da una disposizione normativa e con adeguate garanzie.
Per questo motivo il Garante ha comminato una sanzione di 20.000 euro alla società sportiva, tenendo conto della natura, della gravità e della durata degli illeciti, che si sono protratti fino al 2 maggio 2022, data in cui il sistema di rilevazione delle impronte digitali è stato sostituito da un sistema non biometrico.
Il testo completo del provvedimento
Potete consultare qui di seguito il documento completo.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it