La nuova piattaforma online per la raccolta di firme digitali, nonostante alcuni problemi tecnici, ha avuto un alto tasso di adesione: oltre 1 milione e mezzo di firme online in due mesi, spinte soprattutto dalle ultime proposte di referendum.
Il Ministero della Giustizia ha recentemente pubblicato un report che illustra i risultati raggiunti nei primi due mesi di attività della piattaforma, evidenziando dati molto buoni (nonostante alcune difficoltà tecniche) che testimoniano il successo di questa iniziativa.
Ricordiamo che l’applicativo è stato sviluppato per agevolare i cittadini nella sottoscrizione delle proposte di legge di iniziativa popolare e dei referendum, sia abrogativi che costituzionali.
Scopriamo dunque quali sono i dati che emergono dal report.
Piattaforma digitale referendum: oltre 1 milione e mezzo di firme online in due mesi
Dal 25 luglio al 30 settembre 2024, sono state raccolte oltre 1,5 milioni di firme digitali, con una media di circa 1.000 adesioni all’ora. Un traguardo importante per un sistema ancora in fase di avvio, che dimostra come l’innovazione tecnologica possa rendere più accessibili e trasparenti i processi democratici.
Le fime per genere
La piattaforma ha registrato una partecipazione molto ampia e diversificata, con 872.944 firme apposte da donne e 675.712 da uomini.
Coinvolgimento dei giovani e partecipazione attiva
Uno degli aspetti più interessanti che emerge dal report del Ministero è l’ampio coinvolgimento dei giovani. Il 41% delle firme è stato raccolto da cittadini di età compresa tra i 18 e i 32 anni, un dato che sottolinea come le nuove generazioni siano particolarmente sensibili e attive nei processi democratici, specialmente quando questi vengono facilitati dall’uso di tecnologie digitali.
Questa fascia d’età ha dimostrato un notevole entusiasmo nell’uso della piattaforma, segno che la digitalizzazione potrebbe essere la chiave per incentivare una maggiore partecipazione civica.
Le altre funzioni offerte dalla piattaforma
Oltre alla raccolta delle firme, la piattaforma offre anche strumenti di consultazione statistica per i cittadini. In particolare, sono disponibili due tipologie di visualizzazione dei dati:
- una senza autenticazione, che permette di monitorare in tempo reale l’andamento percentuale di ogni quesito referendario e il numero di firmatari
- e una con autenticazione, che consente un’analisi più approfondita.
Quest’ultima include informazioni dettagliate sul numero complessivo dei sottoscrittori, suddivisi per genere, fasce d’età e distribuzione territoriale, fornendo così una panoramica esaustiva della partecipazione al referendum.
Eppure l’ombra dei malfunzionamenti delle scorse settimane resta
Nonostante tutti i segnali positivi va comunque evidenziata qualche criticità sulla piattaforma in questa fase iniziale. Alcuni episodi critici hanno infatti sollevato interrogativi sull’effettiva efficienza del sistema. Durante momenti di particolare affluenza, soprattutto connessi alla raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza, si sono verificati malfunzionamenti tecnici che hanno messo a dura prova la stabilità della piattaforma. Criticità che, nonostante tutto, non hanno impedito che fosse raggiunto l’obiettivo delle 500 mila firme.
Uno degli episodi più problematici si è verificato proprio nelle fasi conclusive della campagna per il referendum: il sistema, sovraccaricato dal numero record di utenti che tentavano di accedere contemporaneamente tramite dispositivi mobili, ha iniziato a restituire continui messaggi di errore. Gli utenti hanno segnalato difficoltà sia nel collegarsi che nel completare il processo di firma, con alcuni che, pur riuscendo a identificarsi attraverso il sistema SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), venivano poi bloccati da una schermata che riportava il messaggio: “Si è verificato un errore interno al server.”
Il sovraccarico di utenti
Questi disservizi sono avvenuti proprio nei giorni più intensi della raccolta firme, quando l’affluenza aveva raggiunto livelli record. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha sottolineato come il ritmo della campagna fosse estremamente rapido fino al momento del crash, con circa 10.000 firme raccolte ogni ora. Tuttavia, l’improvviso blocco della piattaforma ha causato una drastica riduzione del flusso di sottoscrizioni, lasciando migliaia di persone impossibilitate a completare l’operazione. Secondo Magi, questa interruzione ha rischiato di compromettere seriamente l’obiettivo finale della raccolta, proprio nei giorni decisivi della campagna.
Si attribuisce il sovraccarico del sistema all’elevato numero di accessi simultanei, che la piattaforma non è riuscita a gestire adeguatamente. Questo problema ha rivelato alcune criticità tecniche della piattaforma, in particolare riguardo alla capacità di reggere picchi di traffico così elevati. La piattaforma, progettata per facilitare la partecipazione democratica, si è trovata impreparata di fronte a un afflusso di firme digitali così massiccio e concentrato in un breve arco di tempo.
L’incidente ha aperto un dibattito sull’adeguatezza dell’infrastruttura tecnologica messa a disposizione dal Ministero della Giustizia. Sebbene la raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza sia comunque riuscita a raggiungere il traguardo prefissato delle 500.000 sottoscrizioni, il rischio di fallimento è stato concreto. La preoccupazione espressa da Magi e da altri promotori del referendum si è focalizzata sulla necessità di garantire che il sistema possa gestire correttamente flussi di adesioni elevati, soprattutto nei momenti più critici delle campagne referendarie o legislative.
Le sfide future
Questo episodio ha evidenziato l’importanza di potenziare l’infrastruttura tecnologica per evitare che simili problematiche si ripetano in futuro. Un sistema di raccolta firme digitali rappresenta uno strumento fondamentale per rafforzare la partecipazione democratica, ma la sua efficienza deve essere garantita in ogni condizione. Se l’obiettivo è quello di facilitare l’accesso ai processi democratici, rendendo la partecipazione più inclusiva e immediata, è essenziale che la piattaforma sia in grado di gestire carichi di traffico molto elevati senza malfunzionamenti.
Il caso del referendum sulla cittadinanza ha dimostrato che, sebbene la tecnologia possa essere un potente alleato della democrazia, è altrettanto importante che l’infrastruttura sia sufficientemente robusta da sostenere momenti di picco senza crollare sotto il peso delle richieste. In un’epoca in cui la fiducia dei cittadini verso le istituzioni democratiche dipende anche dall’efficacia e dalla trasparenza degli strumenti messi a disposizione, tali incidenti rischiano di minare l’immagine di affidabilità di queste innovazioni.