intelligenza artificiale dipendenti pubblici a rischioSecondo una recente indagine, presentata al Forum Pa 2024, con l’Intelligenza Artificiale sarebbero a rischio 218mila dipendenti pubblici.


L’Intelligenza Artificiale sta entrando a pieno regime nel nostro quotidiano, tra vita privata e lavorativa.

Il legame con la Pubblica amministrazione, ad esempio, si fa sempre più stretto, grazie alla realizzazione di applicazioni innovative, che permettono di ottimizzare i servizi digitali della Pa.

Alcuni mesi fa, è stata presentata una ricerca svolta su un campione di 1600 dipendenti pubblici italiani. Secondo la maggior parte degli intervistati, l’utilizzo dell’IA avrebbe potuto aumentare la produttività e migliorare la qualità del lavoro.

Per la ricerca, solo l’8% degli intervistati aveva timore di perdere il lavoro.

Ma una recente indagine, presentata al Forum Pa 2024, mostra che l’IA potrebbe diventare un “pericolo” per  218mila dipendenti pubblici.
Ecco tutti i dettagli.

218mila dipendenti pubblici a rischio: gli effetti dell’Intelligenza Artificiale sulla Pa

Fpa, società del gruppo DIGITAL360, ha presentato la ricerca “L’impatto dell’Intelligenza artificiale sul pubblico impiego” al Forum Pa 2024, la manifestazione che si sta svolgendo al Palazzo dei congressi di Roma e che si chiuderà il prossimo 23 maggio.

L’introduzione dell’IA divide in due il mondo dei dipendenti pubblici: una parte, composta da 1,8 milioni di lavoratori (circa il 57%), potrà essere aiutata dalla nuova tecnologia, sia nello svolgimento che nell’arricchimento del lavoro.

Ma un’altra parte, composta da circa 218mila dipendenti, potrà essere del tutto sostituita nelle mansioni, rischiando il posto a causa dell’Intelligenza Artificiale.

intelligenza artificiale dipendenti pubblici a rischioAl primo gruppo appartengono i dipendenti che fanno lavori più ricchi di contenuti e creatività. Come insegnanti, ricercatori, funzionari in ruoli direttivi, architetti, ingegneri e professionisti della sanità.

Nel secondo gruppo, invece, troviamo ruoli meno specializzati, che svolgono compiti ripetitivi e prevedibili, che potrebbero essere svolti in maniera automatizzata.

L’Intelligenza Artificiale, perciò, si pone come chiave per l’arricchimento e la semplificazione delle mansioni lavorative, aumentando la produttività e tagliando i costi.

Ma influenzerà anche l’organico, tagliando fuori gli impieghi più poveri di contenuti creativi.

Le dichiarazioni in merito

Sulla questione, è intervenuto Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA:

“L’intelligenza artificiale sta tracciando i confini di un nuovo modo di concepire il lavoro pubblico. L’impatto nella PA sarà forte sia in termini qualitativi che numerici ed è destinato via via ad intensificarsi con i progressi delle soluzioni IA. Le professioni ad alta specializzazione come i ruoli direttivi, i dirigenti e i professionisti hanno un forte potenziale di collaborazione, mentre quelle poco specializzate e routinarie sono vulnerabili alla sostituzione, suggerendo la necessità di una riconsiderazione dei ruoli e di una riqualificazione per mitigarne gli effetti. La rivoluzione dell’IA rappresenta la ‘terza ondata’ di trasformazione per il settore pubblico degli ultimi 15 anni, dopo la spending review e la pandemia”.

Come dichiarato da Carlo Mochi Sismondi, presidente di Fpa:

“Di fronte a un simile impatto, la pubblica amministrazione è chiamata ad una riforma strutturale. Serve una revisione dei processi di formazione, orientata allo sviluppo di competenze come creatività, adattabilità, pensiero critico e laterale e soft skill, che possono qualificare il lavoro liberato da mansioni ripetitive e routinarie. A livello organizzativo, bisogna abbandonare la logica gerarchica e burocratica per introdurre la flessibilità necessaria a gestire il cambiamento. Mentre la dirigenza è chiamata ad abbandonare la cultura dell’adempimento verso una per obiettivi e risultati”.

IL Presidente di DIGITAL360, Andrea Rangone, invece, ha detto:

“L’adozione dell’IA è un processo inarrestabile e una sfida tecnologica che riguarda tutti, imprese, cittadini e anche la PA, dove il ricorso ad algoritmi intelligenti può rivelarsi una potente leva di innovazione, in grado di ripensare l’organizzazione del lavoro, come la gestione e l’erogazione dei servizi. La capacità di governo dei processi di innovazione sarà fondamentale nella gestione di questo paradigma che, se sostenuto da competenze adeguate, può essere un elemento di discontinuità per tutte le amministrazioni”.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it