A lanciare le accuse sono il sindacato Usigrai e il Comitato di Redazione di RaiNews24: sotto la lente di ingrandimento, secondo le sigle sindacali, la mancata copertura delle elezioni in Francia.
Nella serata di domenica 7 luglio 2024, mentre l’attenzione globale era concentrata sugli esiti delle elezioni presidenziali in Francia, RaiNews24 ha suscitato polemiche per quello che secondo i sindacati è stato un vero e proprio “buco” di copertura.
Si tratta dell’ennesima polemica che coinvolge la priorità informativa del servizio pubblico e le responsabilità editoriali nell’assicurare un’informazione completa e imparziale ai telespettatori.
RaiNews24 sotto accusa: mancata copertura delle elezioni in Francia
Il Comitato di Redazione di RaiNews24 ha espresso ferme critiche verso la direzione: mentre altri canali informativi trasmettevano in diretta continua, il canale all news del servizio pubblico italiano ha deciso di aprire la sua edizione delle 22:00 con il festival “Città Identitarie” a Pomezia, promosso da Edoardo Sylos Labini.
Nella sua nota il Cdr ha definito la scelta di apertura del festival come una grave mancanza di impegno nel compito informativo. “RaiNews24 non aveva mai toccato il fondo in questo modo“, hanno sottolineato i rappresentanti sindacali, evidenziando il fatto che in una serata cruciale per l’Europa, il canale pubblico avrebbe dovuto garantire una copertura adeguata delle elezioni francesi, piuttosto che dedicare tempo a un evento di carattere culturale. Il Cdr di RaiNews24 ha inoltre sottolineato che la copertura dedicata alle elezioni francesi è stata limitata e non all’altezza della sua importanza, con soli 60 minuti di programmazione tra le 20:00 e le 21:00, mentre altri emittenti hanno dedicato molto più spazio e dettagli al voto transalpino.
L’Unione Sindacale Giornalisti Rai (Usigrai) ha poi aggiunto la sua voce alle critiche, sottolineando che mentre altri grandi network italiani avevano adeguato la loro programmazione per informare tempestivamente sulle elezioni francesi, la Rai ha trascurato completamente l’importanza dell’evento politico.
La risposta di Petrecca: esposto contro il Cdr
Il direttore di RaiNews24, Paolo Petrecca, ha difeso la programmazione del canale, sostenendo che era stato pianificato un speciale sulle elezioni francesi che è stato trasmesso come concordato. Tuttavia, la decisione di aprire con il festival “Città Identitarie” è stata attribuita al Vicedirettore Ida Baldi, che avrebbe dato le sue dimissioni in seguito all’accaduto. Dimissioni che comunque sarebbero state respinte dall’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio.
Come riportato dall’agenzia di stampa Ansa il direttore di RaiNews 24 ha deciso inoltre di proseguire oltre nello scontro con il Cdr e nella difesa delle sue scelte. Petrecca ha infatti deposto sull’operato del Cdr della testata un esposto che sarà esaminato dal Collegio di Disciplina dell’ordine dei giornalisti del Lazio.
Secondo quanto apparso sempre sulle colonne dell’Ansa il Consiglio dell’ordine, che comunque sia esaminerà attentamente la questione, ha espresso solidarietà nei confronti del Cdr per la richiesta di provvedimento che sarà esaminata dal Collegio di Disciplina. E ritiene che il Cdr di Rainews 24, come tutte le altre rappresentanze sindacali aziendali, “abbia il diritto/dovere di criticare la direzione nell’ambito di una normale dialettica interna“.
La contromossa dei giornalisti: la raccolta firme contro il direttore
Secondo quanto riportato da Repubblica i giornalisti non avrebbero atteso con le mani in mano: “Stavolta Petrecca ha esagerato”, avrebbero scritto reciprocamente via whatsapp un gruppo di cronisti di Rainews24. Così risulta partita una raccolta firme da parte dei giornalisti contro il direttore, e avrebbe aderito a quanto pare più della metà dello staff. Da mesi tira una brutta aria in redazione per presunte vessazioni, pressioni e censure imposte dal capo della redazione.
Quindi potremmo essere soltanto alle prime mosse di uno scontro aperto all’interno del canale informativo All News della RAI: vedremo nelle prossime settimane come proseguiranno queste vicende.
La questione del pluralismo nel servizio pubblico televisivo
Il dibattito sul pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo riveste un’importanza fondamentale nel contesto della democrazia e dell’informazione equilibrata. L’essenza stessa del servizio pubblico è quella di servire l’interesse generale, offrendo un panorama informativo diversificato che rispecchi la complessità della società e garantisca il diritto dei cittadini a un’informazione completa e imparziale.
In un contesto mediatico sempre più polarizzato e influenzato da interessi privati, il servizio pubblico svolge un ruolo cruciale nel fornire contenuti che non solo rispondano a criteri di audience, ma che soprattutto rispettino principi di equità, diversità di punti di vista e rappresentatività degli interessi della collettività.
Il pluralismo nel servizio pubblico non si limita alla mera esposizione di diverse opinioni, ma implica anche una distribuzione equa del tempo e dello spazio dedicato ai vari temi e eventi, senza favoritismi né esclusioni ingiustificate. Questo significa che la programmazione non dovrebbe essere dominata da un’unica voce o da interessi particolari, ma dovrebbe riflettere la varietà delle opinioni e delle esperienze presenti nella società.
Il caso discusso riguardante la copertura delle elezioni francesi evidenzia quanto sia cruciale mantenere un equilibrio nel trattamento delle notizie di rilevanza nazionale e internazionale. Mentre è legittimo che un servizio pubblico decida autonomamente il proprio orientamento editoriale, è altrettanto fondamentale che tale scelta rispecchi il mandato di informare in modo completo e tempestivo il pubblico su eventi di importanza strategica, come le elezioni di un Paese chiave come la Francia.
Il pluralismo non riguarda solo la varietà degli argomenti trattati, ma anche la diversità di fonti, prospettive e approcci giornalistici. Garantire l’accesso a una pluralità di informazioni permette ai cittadini di formarsi un’opinione informata e critica, essenziale per il funzionamento di una democrazia partecipativa.