Prima del terremoto del 24 di agosto è stata registrata una diminuzione della portata delle sorgenti, mentre dopo abbiamo avuto un aumento della portata delle sorgenti. Questo significa che tali eventi sismici vanno a modificare anche il sistema idraulico.
In Italia però, Paese dal forte rischio sismico ed idrogeologico, la Cartografia geologica copre appena il 40 per cento mentre la Cartografia geomorfologica è addirittura inesistente perché copre solo il 2 per cento di tutto il territorio nazionale. La Cartografia Geologica è la mappatura in grado di farci conoscere le caratteristiche geologiche del territorio mentre quella geomorfologica ci fa comprendere come evolve la parte epidermica, superficiale del territorio.
Inoltre le regioni si sono dotate del Pai, Piani di assetto idrogeologico, ma in alcuni casi tali mappature risalgono a 10 anni fa e dunque fotografano situazioni risalenti al passato ma che nel tempo si saranno anche evolute.
C’è assoluto bisogno di avere con i geologi un monitoraggio costante del territorio, che è fondamentale sia per la prevenzione dal rischio sismico e sia per la prevenzione dal rischio idrogeologico.
Gilberto Pambianchi, presidente nazionale dell’Associazione italiana di geografia fisica e geomorfologia