Il Consiglio dei Ministri ha, infatti, approvato in via definitiva il decreto legislativo che istituisce 106 commissioni censuarie.
La riforma del Catasto, tanto attesa da anni quanto sistematicamente annunciata e poi procrastinata, inizia ad assumere la forma del reale: il Consiglio dei Ministri ha, infatti, approvato in via definitiva il decreto legislativo che istituisce 106 commissioni censuarie (più quella centrale con sede a Roma) che censiranno più di 62 milioni di immobili presenti in Italia e rivedranno i parametri per gli estimi catastali; sarà, dunque, individuato un coefficiente volto a definire la tassazione da applicare agli edifici (e, in certi casi, si stima una maggiorazione pari anche al 180 per cento) che dovrà tenere conto (come ha stabilito la legge delega che ha conferito al Governo il mandato per la riforma) della loro localizzazione, delle caratteristiche edilizie, dell’anno di costruzione e della qualità. Il valore patrimoniale dell’immobile, inoltre, terrà conto dei metri quadri e non più del numero di vani.
Ogni commissione sarà articolata in tre sezioni (competenti i in materia di catasto dei terreni, di catasto urbano e di revisione del sistema estimativo del catasto dei fabbricati) e composta da 6 membri effettivi e 6 supplenti nominati dal Presidente del Tribunale della circoscrizione in cui ha sede; ne faranno parte amministratori locali, magistrati, docenti esperti di estimo urbano e rurale, esperti di statistica e di econometria.
E’ motivo, invece, di incompatibilità, tra gli altri, l’appartenenza alla Guardia di Finanza, ai corpi di Polizia, alle Forze armate e la rappresentanza di contribuenti nei rapporti con l’amministrazione finanziaria o con i Comuni nell’ambito di controversie tributarie.
FONTE: CGIA Mestre