rifiuti-Sono circa 200 i siti di sversamento finiti nel mirino della commissione europea, dislocati in 18 regioni italiane: ben 48 si trovano in Campania. I finanzieri del Nucleo tutela spesa pubblica guidato da Andrea Pecorari hanno calcolato, discarica per discarica, l’impatto della Campania sul totale della multa pagata dal governo: il danno, come detto, è di 27 milioni di euro. Sono quattro i primi provvedimenti notificati, ma saranno oltre un centinaio i soggetti coinvolti dall’indagine.

 

La Guardia di finanza ha notificato le prime 15 richieste di risarcimento per la mancata bonifica delle discariche – mettendo gravemente a rischio la salute dei cittadini e arrecando gravi danni all’ambiente – che costò all’Italia una multa della Corte di giustizia europea in tema di rifiuti.

 

Un danno complessivo di 27 milioni di euro per le mancate bonifiche e la mancata messa in sicurezza di numerose discariche in Campania, a conclusione della prima parte di una complessa inchiesta della Procura della Corte dei Conti della Campania sui rilievi mossi a più riprese dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea allo Stato italiano per non aver adottato le misure necessarie alla bonifica e alla messa in sicurezza delle discariche.

 

Regione e Comuni sono accusati di non aver adottato le misure necessarie, mettendo rischio la salute dei cittadini e arrecando danni all’ambiente. Gli inviti della magistratura contabile riguardano esponenti politici, dirigenti, funzionari di Comuni e Regione e sono relativi a 48 discariche. Il ministero dell’Economia e delle finanze ha già avviato le procedure di recupero delle somme. Tra i destinatari degli inviti a dedurre per danno erariale emessi dalla Corte dei Conti della Campania perancate bonidiche di discariche ci sono anche Antonio Bassolino e Stefano Caldoro, due ex presidenti della Regione Campania.

 

Lo Stato Italiano ha già versato alla Commissione europea 113,2 milioni di euro di cui 27,4 riguardanti le discariche presenti sul territorio campano. Le somme dall’Ue, anticipate dall’Italia, sono attualmente in corso di recupero da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha avviato il procedimento di rivalsa nei confronti degli enti responsabili, individuati dal Mef e dal Ministero dell’Ambiente nelle singole Regioni e nei Comuni.