Gli orti urbani possono ridisegnare l’immagine delle città, apportando il giusto equilibrio tra spazi verdi e urbani nel delicato ecosistema urbano, unendo l’eco-sostenibilità alla possibilità di godere in maniera salutare del proprio tempo libero. Vediamo come.
Un nuovo stimolo, che potrebbe aver cambiato il modo di intendere queste strutture, è la recente inaugurazione di un grande spazio verde in una delle più grandi città italiane, dal punto di vista abitativo ed economico.
Nel centro di Milano è stato infatti inaugurato, dalla società Superstudio Events, il primo grande orto urbano. Il progetto è stato sviluppato dell’artista Michelangelo Pistoletto, ed è destinato a location ed adibito per sala in affitto per feste ed eventi culturali.
L’opera in questione rappresenta un ottimo esempio per la sua composizione: una grande terrazza di 700 m² adattata a orto urbano di grandi dimensioni. Un inconsueto ma accogliente spazio verde utilizzabile appunto per riprese, feste, allestimenti, conferenze e presentazioni.
Sono strutture ormai considerate un vero e proprio antesignano tra aggregazione cittadina e rispetto per la natura: così facendo una sala affitto per feste può trasformarsi in un vero e proprio spazio condiviso a misura di habitat compatibile con esigenze ecologiche.
Proprio questa, infatti, è l’idea che sta dietro allo sviluppo di un orto urbano: un “orto”, che va inteso nel senso di parco “culturale”, uno spazio verde di proprietà comunale e di dimensione più o meno grande, la cui gestione è affidata per un periodo di tempo definito ad un numero variabile di cittadini.
Questi spazi, possono permettere di investire positivamente il proprio tempo libero ed entrare in relazione con le persone che abitano il quartiere, favorire lo scambio di conoscenze e rispondere al desiderio di sapere quali prodotti alimentari vengano coltivati in modo virtuoso, e possono catalizzare in una grande metropoli, eventi che possano creare un connubio tra mondanità e eco-sostenibilità.
A maggior ragione l’esempio pratico ha maggior peso quando una delle città italiane più vive, sia sotto il punto di visto abitativo che economico, riesca a portare avanti un’iniziativa di questo tipo. Nello specifico parliamo della città di Milano.
Pertanto anche questa novità nel riutilizzo degli spazi pubblici, sul modello citato che può essere utilizzato come best practice, può trasformare i propri spazi in sale meeting e in sale per ospitare convegni e conferenze.
Questa esperienza è riproponibile anche in altre città? Un approccio del genere rappresenta un esempio da tenere in considerazione poiché se in passato simili iniziative erano possibili solo in piccoli e sperimentali spazi, già nel 2013 una ricerca della Coldiretti segnalava come la quantità di territorio dedicato agli Orti Urbani aveva raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadri di terreno triplicando il risultato dei due anni precedenti (1.1 milioni di metri quadri).
È pertanto stata inaugurata definitivamente la stagione dei grandi orti urbani in città? Forse è presto per dirlo, tuttavia il trend sembrerebbe già di segno decisamente positivo.