Iniziative, proposte e problematiche inerenti la trasformazione del nostro ordinamento che attribuisce maggiore autonomia ai governi locali per la gestione dei tributi

Rossella Orlandi è intervenuta davanti alla Commissione bicamerale che si occupa dell’attuazione del federalismo fiscale, per aggiornare i parlamentari sull’attività svolta in tal senso dall’Amministrazione finanziaria.

Il numero uno delle Entrate, dopo aver sinteticamente evidenziato la complessità di un’operazione che riesca a mantenere contemporaneamente un indirizzo unitario senza nulla togliere alle esigenze di autonomia delle singole realtà territoriali, ha descritto come centro e periferia già interagiscano per la realizzazione di un sistema fiscale più equo, efficiente ed efficace, delineando, al tempo stesso, le iniziative in itinere volte a ottimizzare le sinergie già esistenti tra i diversi organismi.
A proposito delle criticità che possono presentarsi nella nuova organizzazione amministrativa e gestionale del fisco, il direttore ha affermato che un buon banco di prova si sta rilevando il caso delle Province autonome di Trento e Bolzano, alle quali recenti provvedimenti normativi hanno previsto di trasferire e delegare alcune funzioni statali.

Formazione e condivisione
Rossella Orlandi, riconosciuto il ruolo fondamentale degli amministratori del territorio nell’accertamento dei tributi statali, ha sottolineato l’importanza del nuovo protocollo d’intesa siglato tra Agenzia, Anci, Ifel e Guardia di finanza, diramato dalle direzioni regionali lo scorso giugno.
Obiettivo dell’intesa è uniformare e implementare la partecipazione dei Comuni all’azione di contrasto all’evasione fiscale.
L’Amministrazione finanziaria, da parte sua, mette innanzitutto a disposizione dei governi territoriali la sua esperienza e professionalità, attraverso corsi di formazione e aggiornamento, per favorire l’evoluzione delle best practices. L’organizzazione di specifici percorsi metodologici consentiranno ai Comuni di fornire segnalazioni affidabili e compatibili con le capacità operative delle direzioni provinciali dell’Agenzia e dei reparti della Guardia di finanza.

Accessibili agli enti territoriali, inoltre, gran parte dei dati presenti nell’archivio dell’Anagrafe tributaria. Un dialogo a doppio senso, quindi, che permette, proprio grazie alla condivisione delle informazioni, controlli e analisi del rischio sempre più mirati anche per quanto concerne i tributi locali.
Il contributo dei Comuni all’individuazione delle situazioni a rischio evasione si è concretizzato nelle 66mila segnalazioni trasmesse agli uffici finanziari da oltre 900 amministrazioni dal febbraio 2009 all’agosto 2014. Di queste, quasi 12mila hanno già dato luogo ad atti di accertamento, con oltre 226 milioni di maggiore imposta accertata.

L’Agenzia delle Entrate, inoltre, affianca le Regioni, per la gestione dell’Irap e dell’addizionale regionale, attraverso la stipula di specifiche convenzioni. Anche in questo caso, gli uffici finanziari mettono a disposizione mezzi e personale, con l’aggiunta di un’efficiente attività di controllo e assistenza qualificata ai contribuenti.
Positivo, sull’argomento, il confronto che si realizza nell’ambito delle commissioni paritetiche istituite presso le Regioni, composte generalmente da due rappresentanti dell’organo regionale e da due rappresentanti dell’Agenzia, per migliorare la conoscenza delle realtà sociali ed economiche del territorio.

La riscossione passa la mano al “territorio”
Rossella Orlandi ha affrontato anche il tema della riscossione dei tributi locali, che la legge delega trasferisce dalle società del Gruppo Equitalia, alle amministrazioni creditrici interessate. Il passaggio comporterà senz’altro problemi occupazionali e di gestione.
Le soluzioni, secondo il direttore delle Entrate, possono essere trovate assicurando una continuità del servizio e cioè attraverso l’utilizzo delle professionalità e del personale provenienti dalle aziende che già operano nel settore.
L’Agenzia delle Entrate è disponibile a fornire la sua esperienza e le sue competenze per la messa a punto di un sistema di riscossione locale che eviti sprechi e duplicazioni, assicurando il massimo dei risultati.

Fabbisogni standard per gli enti locali
L’ultima parte della relazione è stata dedicata al nuovo sistema elaborato da Sose (Soluzioni per il sistema economico Spa) per calcolare il fabbisogno finanziario standard degli enti locali su tutto il territorio nazionale, a prescindere dalle scelte discrezionali e contingenti dei singoli amministratori.
Sose, attraverso informazioni mirate acquisite mediante questionari inviati agli enti, ha realizzato una nuova banca dati che consente l’analisi dettagliata degli output, degli input, delle modalità di gestione e delle scelte organizzative adottate nel processo di produzione dei servizi locali da parte delle amministrazioni. Si tratta di un modello la cui massima affidabilità è stata riconosciuta anche a livello internazionale.
Il sistema di calcolo sviluppato abbandona il criterio della spesa storica che si è dimostrato iniquo perché legato alle capacità di gestione dei singoli governi locali, per fare spazio a una metodologia fondata sulla reale capacità fiscale e sui bisogni standard dell’ente: l’obiettivo è una più corretta ripartizione del Fondo di solidarietà.

Le informazione raccolte da Sose sono state pubblicate nella Business intelligence opencivitas, uno strumento online di esplorazione, benchmarking e simulazione dei dati dei Comuni, delle Unioni di Comuni e delle Province, a disposizione di cittadini e amministratori locali per confrontare efficienza eperformance dei governi territoriali, così da rendere più facile il controllo da parte degli uni e supportare gli altri nell’individuazione delle strategie di gestione erogare servizi più efficienti.

 

 

FONTE: Fisco Oggi – Rivista Telematica dell’Agenzia delle Entrate

AUTORE: Anna Maria Badiali

 

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