Oltre 257 milioni di euro per il recupero e l’autorecupero del patrimonio immobiliare pubblico (a cominciare da quello regionale, per proseguire con quello in dello Stato, delle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici) da una parte e l’acquisizione e/o recupero di immobili privati sul libero mercato a prezzi calmierati, nonché ulteriori attività ritenute più idonee al fine di rendere fruibile il patrimonio immobiliare già esistente dall’altra. Il tutto nell’ottica della rigenerazione urbana. E’ la prima parte del piano straordinario per l’emergenza abitativa nel Lazio varato in Giunta su proposta dell’assessore regionale alle Politiche abitative, Fabio Refrigeri.
n tempi di carenza di risorse, di emergenza sociale (specie a Roma) legata alle migliaia di sfratti e all’assenza di alloggi per chi non può permettersi abitazioni a prezzo di mercato, e di assenza (finora) di risposte vere da parte del Governo, dalla Regione arriva un’azione forte e sostanziosa in termini di fondi, peraltro disponibili da subito. Già, perché i 257.726.466,10 euro in campo corrispondono alle “risorse finanziarie reperite tra le residue competenze di cui al ‘Fondo globale Regioni edilizia sovvenzionata (ex Gescal)’ e sono su un conto corrente della Cassa depositi e prestiti.
Nel Lazio la situazione più critica è ovviamente quella di Roma, per la quale, “alla luce della particolare situazione emergenziale”, è stato istituito uno “uno specifico programma straordinario per l’emergenza abitativa” cui “prioritariamente” andranno questi fondi. Più precisamente è stato deciso di “destinare all’attuazione del programma per l’emergenza abitativa per Roma Capitale almeno l’80% delle risorse”.
Insomma per affrontare l’emergenza non si parte da nuove costruzioni (evitando così il conseguente ulteriore consumo di suolo) ma dalla ricostruzione o dalla riconversione dell’esistente, anche avvalendosi del contributo delle Ater. E gli oltre 257 milioni “costituiscono un primo stanziamento e ulteriori risorse verranno finalizzate all’attuazione del citato piano attraverso successive deliberazioni e provvedimenti”.
Tre le categorie destinatarie dal piano: nuclei familiari, anche formati da una sola persona, che vivono in immobili, pubblici o privati, impropriamente adibiti ad abitazione (quindi comprese le occupazioni) alla data del 31 dicembre 2013; nuclei familiari, anche formati da una sola persona, che alloggiano presso i centri di assistenza alloggiativa temporanea di Roma Capitale (i residence) alla data del 31 dicembre 2013; nuclei familiari, anche formati da una sola persona, inseriti nella graduatoria per l’assegnazione di alloggio popolare di Roma Capitale sulla base del bando generale anno 2000 e ancora in attesa di assegnazione di alloggio Erp. Le case saranno assegnate “proporzionalmente al numero dei nuclei familiari rilevati per ciascuna delle dette categorie”.
E tre saranno anche le azioni che verranno svolte entro i prossimi due mesi: saranno individuati, nell’ambito del patrimonio regionale, gli immobili “da destinare all’attuazione del piano straordinario per l’emergenza abitativa nella regione Lazio e di avviare da subito il confronto con Roma Capitale, con le Ipab, con le Ater, con l’agenzia del Demanio e con le altre amministrazioni ed enti pubblici, ai fini dell’individuazione degli immobili da utilizzare per la risoluzione dell’emergenza abitativa”; verrà effettuata, con i Comuni del Lazio e le Ater territorialmente competenti, una rilevazione analitica delle situazioni di emergenza presenti sul territorio regionale; si procederà alla compilazione di una rilevazione analitica delle situazioni di emergenza presenti nel territorio di Roma Capitale per le tre categorie beneficiarie del provvedimento.
FONTE: Agenzia di stampa Dire (www.dire.it)