nuovo CADIl codice dell’amministrazione digitale (Cad) si prepara a ricevere l’ennesima modifica. Il via libera è arrivato anche dal Consiglio di Stato, che ha espresso un articolato parere con alcune condizioni.


Nuovo CAD: ok con riserva da parte del Consiglio di Stato. Con la nota del 13 settembre 2017, prot. n. 1786, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha trasmesso per il prescritto parere lo schema di decreto legislativo in epigrafe, recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 179, concernente “modifiche e integrazioni al Codice dell’amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, ai sensi dell’art. 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.

Il decreto legislativo in esame, secondo quanto riferito dall’Amministrazione proponente, è volto ad integrare e modificare alcune disposizioni del Codice dell’amministrazione digitale (di seguito CAD) – recentemente novellato con il decreto legislativo 22 agosto 2016, n. 179 – in base a quanto previsto dal comma 3 dell’art. 1 della citata legge n. 124 del 2015, nella parte in cui prevede che entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1 il Governo possa adottare, nel rispetto dei principi e criteri direttivi e della procedura di cui al precitato articolo, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive.

Per completare, quindi, il passaggio da un’ottica incentrata sull’Amministrazione e sul procedimento amministrativo ad una che assuma come punto focale i nuovi diritti digitali, sarebbe necessario procedere ad una compiuta opera di riorganizzazione delle disposizioni del CAD, volta a dare evidenza, in primo luogo, alle disposizioni riguardanti tali diritti (identità digitale, domicilio digitale, firma digitale, diritto di accesso online etc.) per poi disciplinare i rapporti fra il cittadino e l’Amministrazione e regolare, infine, i profili riguardanti l’organizzazione dell’Amministrazione.

Inoltre, sempre al fine di rendere il Codice un corpus omogeneo di norme disciplinanti una specifica branca del diritto, sarebbe opportuno sia operare un complessivo coordinamento formale del novellato testo del CAD, in particolar modo per quanto concerne la numerazione degli articoli e dei commi recati dal Codice, sia prevedere l’introduzione di un indice delle disposizioni del CAD che agevoli la sua consultazione da parte dei soggetti cui è destinato il Codice stesso; e ciò soprattutto al fine di evitare che la difficile intelligibilità delle norme del CAD possa – come in precedenza evidenziato – “limitare, seppur indirettamente, l’esercizio dei diritti digitali dei cittadini e delle imprese”.

La Commissione, pertanto, nel condividere l’obiettivo di razionalizzare il contenuto del Codice fatto proprio dall’Amministrazione proponente, ritiene di dover invitare quest’ultima ad operare, prima dell’approvazione definitiva del decreto in esame, un ulteriore approfondimento del percorso di semplificazione e razionalizzazione dalla medesima intrapreso, procedendo – nei termini in precedenza esposti – ad una complessiva opera di semplificazione e di coordinamento delle disposizioni del CAD che tenga conto sia del rilevato passaggio da un’ottica burocratica a quella dei diritti digitali sia dell’esigenza che le disposizioni del Codice siano di chiara ed immediata comprensibilità per l’intera cittadinanza cui il medesimo Codice si rivolge.