Svolta informatica nel Comune di Triestee. Addio alla quasi totalità delle licenze a pagamento per programmi di scrittura, fogli di calcolo, preparazione di presentazioni a suon di slide, con il passaggio alla soluzione open source per i dipendenti municipali. Dettaglio che, in soldoni, consentirà a palazzo Cheba un risparmio da 900mila euro in tre anni.

Una modifica tecnica interna, che va a riflettersi sull’utilizzo quotidiano del computer da parte dei comunali chiamati a usarlo per lavoro. Una novità che riguarda nel complesso «1.800 utenti, di cui 1.340 hanno frequentato i corsi di formazione organizzati da Tcd», riepiloga il sindaco Roberto Cosolini. Il 20% del totale dei dipendenti non poteva, per le mansioni da espletare, lasciare la propria postazione di lavoro: così, in questi singoli casi, la formazione è avvenuta utilizzando l’Intranet della Rete civica. Duecento le ore di “lezione” assicurate con i corsi, cui se ne sono sommate altre 3mila di “supporto” per affiancare i dipendenti del Comune nei primi passi con i nuovi software, risolvendone i dubbi e aiutandoli a superare i piccoli-grandi problemi che si sono posti sullo schermo davanti ai loro occhi. Il Municipio ha scelto, di conseguenza, di mantenere in essere solo una decina di licenze Microsoft, queste sì a pagamento, per avere la garanzia di poter interagire (evidentemente in termini di scambio di documenti, da poter quindi aprire e leggere senza problemi) con altri enti e realtà che non abbiano ancora aperto all’opzione open source.

«Una scelta culturale – riepiloga Cosolini – sui sistemi aperti, apprezzata nel mondo del Web e inoltre dal punto di vista economico. Tutto ciò che può consentire un riduzione di spesa agli enti locali, specie in questo momento, è importante. Al Comune di Trieste questa operazione permette un risparmio da 900mila euro in tre anni. Ed è significativa – aggiunge in conclusione il primo cittadino – anche dal punto di vista dello stimolo formativo dei dipendenti delle varie aree».

Ma cosa è cambiato, alla fine, in Comune per i lavoratori che – per incarico e per le mansioni affidate loro – utilizzano questi tipi di programmi in ufficio? Lo riepiloga il presidente di Tcd (Trieste città digitale), Enrico Marchetto: «I programmi di videoscrittura che usiamo hanno una licenza e un costo, che spesso viene dato per scontato. La stessa cosa accade nella pubblica amministrazione. Esistono però delle alternative». Gratuite. «Si possono scegliere – prosegue Marchetto entrando nel dettaglio – programmi open source, con licenze che non hanno un costo». E che, per scelta di chi li ha realizzati, vengono messi liberamente a disposizione dell’utenza. Il Comune ha optato, fra le soluzioni di questo tipo disponibili, per il pacchetto Apache Open Office. È intuibile come vi siano delle somiglianze fra le diverse versioni (cioè tra quelle con licenze a pagamento e quante invece non richiedono esborsi) di programmi improntati ai medesimi obiettivi, ma – ammonisce il presidente di Trieste città digitale – «il passaggio non è immediato da una all’altra, nonostante le cose siano simili». Vi sono dettagli, comandi e impostazioni che le differenziano. Ed è proprio per questo che si è resa necessaria l’attività formativa per i dipendenti comunali orchestrata da Tcd, andata a scegliere come docente l’ingegner Davide Dozza, esperto di open source e già impegnato lo scorso anno nella migrazione effettuata in seno alla Regione Emilia Romagna.

FONTE: Associazione dei Comuni virtuosi

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