taglio costi politicaLa Commissione Affari Costituzionali della Camera ha avviato l’esame delle proposte di legge per abolire i vitalizi ai parlamentari.

 

E’ iniziata questa settimana in Commissione Affari Costituzionali alla Camera l’esame delle proposte di legge per abolire i vitalizi degli eletti ed estendere ai parlamentari e ai consiglieri regionali il trattamento previdenziale vigente per la generalità dei lavoratori dipendenti. La Commissione presieduta da Andrea Mazziotti di Celso ha avviato l’esame di 8 proposte di legge abbinate depositate negli scorsi mesi da diverse forze politiche.

 

L’obiettivo dei promotori è, pur con diverse sfumature e sensibilità, introdurre una ancora più marcata equiparazione delle prestazioni erogate ai componenti delle Assemblee Elettive ai trattamenti corrisposti alla generalità dei lavoratori e l’adozione delle regole previdenziali comuni con l’attribuzione di una sola pensione, calcolata con metodo contributivo e gestita dall’Istituto nazionale della previdenza sociale. Un passo in tal senso, in realtà, è stato già avviato con la riforma dei Regolamenti interni delle Camere del 2012 che ha in sostanza abolito l’assegno vitalizio di deputati e di senatori sostituendolo con una pensione di tipo puramente contributivo. Tuttavia, i parlamentari cessati dal mandato prima del 2012 hanno continuato a percepire gli assegni vitalizi pre-riforma e a coloro che hanno esercitato un mandato prima di tale data, e che sono stati poi rieletti, viene applicato un sistema pro-rata, ossia basato in parte sulla quota di assegni vitalizi effettivamente maturata al 31 dicembre 2011 e in parte sulla quota calcolata con il nuovo sistema contributivo.

 

I neo deputati, ossia quelli eletti la prima volta dopo la riforma, hanno invece diritto a una pensione interamente calcolata con tale sistema contributivo, che però ha regole differenti rispetto a quelle in vigore per i lavoratori dipendenti. I firmatari chiedono non solo l’introduzione di un sistema previdenziale identico a quello vigente per i lavoratori dipendenti, ma anche la sua estensione a tutti gli eletti, compresi coloro che attualmente beneficiano dell’assegno vitalizio, in modo da abolire definitivamente i trattamenti in essere basati ancora sull’iniquo sistema degli assegni vitalizi.

 

Un progetto di riforma particolarmente severo che sicuramente troverà molti ostacoli nel corso dell’iter parlamentare. Da segnalare inoltre che la pensione non potrà essere erogata mai prima dei 65 anni mentre oggi, com’è noto, per ogni anno di mandato ulteriore, l’età richiesta per il conseguimento del diritto è diminuita di un anno, con il limite all’età di 60 anni. 

 

Le proposte di legge intervengono a vario titolo anche sui vitalizi dei consiglieri regionali e sul trattamento previdenziale degli stessi in modo da adeguarli al nuovo regime valido per i parlamentari e per la generalità dei lavoratori.