proroga tasiL’Imu continuerà ad essere pagata sulle prime case di lusso. Gli immobili di categoria catastale A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli) non sa­ranno esentati dal pagamento dell’imposta municipale, così come inizialmente previsto nelle prime bozze della legge di stabilità e pubblicamente dichiarato dal premier Matteo Renzi e da altri esponenti del governo.

 

Palazzo Chigi ha dovuto fare dietrofront rispetto all’idea di abolire le tasse sulle prime case «senza eccezioni di sorta in ragione del loro classamento catastale o di altri parametri» per rispondere alle critiche sulla iniquità di una misura che avrebbe avvantag­giato i proprietari di abitazioni di lusso con sconti che in alcuni casi sarebbero potuti arrivare anche a 98 mila euro. Per loro resterà l’aliquota al 4 per mille con la detrazione standard di 200 euro.

 

Oltre all’Imu sulle case signorili nella sua marcia di avvicinamento al Senato della legge di stabilità rispunta anche la super-Tasi dello 0,8 per mille applicabile su tutti gli immobili che non sono abitazioni principali. In sostanza i Comuni potranno continuare a chiedere un prelievo massimo dell’11,4 per mille, aliquota determinata dal binomio congiunto di Imu e Tasi, sulle abitazioni diverse da quella principale. Ma questo maggior prelievo potrà essere mantenuto solo da quei Comuni che già quest’anno l’avevano introdotta su seconde case e altri immobili (escludendo i terreni agricoli oltre alle abitazioni principali). Come ad esempio Roma e Milano. Contro l’abolizione della super-Tasi, introdotta nel 2014 per pareggiare i conti fra la vecchia e la nuova imposta, sono stati nei giorni scorsi i sindaci, che senza la proroga della misura avrebbero visto il gettito diminuire di 350 milioni complicando l’obiettivo del “rimborso fino all’ultimo euro” promesso in più di un’occasione dal Governo. Questa misura era stata introdotta negli anni 2014 e 2015 per finanziare le detrazioni sull’abitazione principale, che però dall’anno prossimo non sarà più tassata. Dunque se la misura sarà prorogata dal prossimo anno queste risorse finiranno nelle Casse dei Comuni che potranno utilizzarle senza particolari vincoli.

 

Dal 2016 dunque le abitazioni principali non pagheranno nè l’Imu (salvo quelle di lusso, come già accade oggi) nè la Tasi mentre le due imposte resteranno, con l’attuale format, sulle abitazioni diverse da quelle principali. La Tasi però sarà abolita anche per l’inquilino che detiene un immobile adibito ad abitazione principale, un meccanismo controverso che attualmente costringe in diversi comuni gli affittuari a sborsare una parte del tributo dovuto dai proprietari degli immobili. Com’è noto, attualmente, gli inquilini sono chiamati a versare la TASI nella misura, stabilita dal comune nel regolamento, compresa fra il 10 e il 30 per cento dell’ammontare complessivo della TASI. La restante parte e’ corrisposta dal titolare del diritto reale sull’unita’ immobiliare. In sostanza con la revisione dell’imposta sugli immobili il tandem Tasi-Imu sarà pagato esclusivamente dal proprietario che affitta l’immobile (senza, pare di comprendere, particolari sconti come chiedeva Confedilizia).

 

Confermato poi l’esenzione dall’Imu per tutti i terreni agricoli – montani, semi-montani o pianeggianti – utilizzati da coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionali e società nonchè sugli l’esenzione dei macchinari imbullonati dalla base di calcolo delle imposte immobiliari: l’alleggerimento fiscale per chi usa la terra come fattore produttivo sarà pari a 405 milioni mentre per gli imbullonati il risparmio fiscale sarà pari a 530milioni di euro.