Torna la super Tasi. L’addizionale dello 0,8 per mille che i comuni possono applicare alle seconde case, facendo così arrivare la soglia massima di prelievo complessivo sugli immobili (Tasi+Imu) dal 10,6 all’11,4 per mille, sarà in vigore anche per il 2016.
Si preannuncia un gettito molto più alto per i contribuenti rispetto a quello prodotto lo scorso anno dalla tassa sulla casa. Certo, dal 2016 viene cancellata la Tasi sulle abitazioni principali. La misura riguarda anche le «abitazioni principali» degli inquilini o dei comodatari, che quindi non dovranno più versare la quota a loro carico. La cancellazione della quota inquilini, d’altronde, non si scarica sul proprietario delle case in affitto, che continuerà a pagare solo la sua parte di tributo (oscilla dal 70 al 90% in base alle scelte scritte nei regolamenti comunali; in caso di silenzio locale la quota è fissa al 90 per cento)
La bozza, riveduta e corretta più volte, della manovra finanziaria sembrerebbe riportare Tasi e Imu solo sulle prime case di lusso (categorie A1, A8, A9). La Tasi non dovrebbe più essere pagata dagli inquilini a meno che l’immobile non costituista abitazione principale.
La differenza rispetto al 2015 è che nel 2016 ad applicare l’addizionale TASI potranno essere tutti i Comuni, non più solo quelli che avevano previsto e finanziato detrazioni a favore dei proprietari di prime case, vista l’abolizione della TASI da tutte le abitazioni principali (esclusi gli immobili di lusso – categorie A1, A8, A9).
Matteo Renzi, questa volta ha scelto Facebook per chiarire il punto: «A differenza di quanto si dice con tono scandalizzato – ha scritto il premier – i castelli pagheranno (come per l’abolizione dell’Ici del 2008). Ironia della sorte: i castelli furono parzialmente esentati dai governi successivi, anche di centrosinistra, perché considerate residenze storiche, ma le categorie catastali Ai, A8, A9 avranno lo stesso trattamento della misura del 2008».