Spese Legali Dipendenti Pubblici: il Comune in quali casi è tenuto a risarcire le spese legali di un dipendente coinvolto in un processo penale?
Dopo il recente perfezionamento del Codice Disciplinare per il Pubblico Impiego, anche la Corte di Cassazione si sofferma sul caso dei procedimenti disciplinari. Nello specifico, con l’ordinanza n. 18256/2018, si è esplicitato sul caso delle spese legali per i dipendenti pubblici e dei casi in cui esse siano o meno a carico del Comune.
Un percorso già intrapreso dal Ministro Brunetta con la nota riforma del d.lgs. n.150 del 2009 , è stato proseguito dal Ministro Madia con il più ampio d.lgs. 25 maggio 2017 n.75 (in G.U. 7 giugno 2017, testo attuativo della legge delega 7 agosto 2015 n.124) entrato in vigore il 22 giugno 2017, e con il più settoriale d.lgs. 20 luglio 2017 n. 118 che ha apportato lievi modifiche al d.lgs. n.116 del 2016.
Cosa sostiene di nuovo la Cassazione?
Con la predetta ordinanza (in allegato all’articolo) che l’ente, anche a tutela dei propri diritti e interessi, ove si verifichi l’apertura di un procedimento di responsabilità civile o penale nei confronti di un suo dipendente per fatti o atti direttamente connessi all’espletamento del servizio e dell’adempimento dei compiti di ufficio, assumerà a proprio carico, a condizione che non sussista conflitto di interessi, ogni onere di difesa sin dall’apertura del procedimento, facendo assistere il dipendente da un legale di comune gradimento.
L’obbligo, peraltro, è subordinato all’esistenza di ulteriori condizioni perché l’assunzione diretta della difesa del dipendente è imposta all’ente locale solo nei casi in cui, non essendo ipotizzabile un conflitto di interessi, attraverso la difesa del dipendente incolpato, il datore di lavoro pubblico agisca anche a tutela dei propri diritti e interessi.