A certificarlo sono alcuni recenti report forniti dalla fondazione Openpolis: ancora lacune e criticità nella spesa dell’Italia in ambito PNRR, evidenziate anche dall’ultimo rapporto della Corte dei Conti.
I dataset riguardanti il nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza messi a disposizione da Italia Domani presentano ancora infatti diverse problematiche che meritano attenzione.
L’aggiornamento si concentra sugli stati di avanzamento procedurale dei progetti, includendo dati su fase, date di inizio e fine dei lavori, sia previste che effettive. Tuttavia, rimangono lacune importanti, come la mancanza di indicazioni sulle misure complessive e le loro descrizioni dettagliate.
Lacune e criticità nella spesa dell’Italia in ambito PNRR
Nonostante i progressi e gli aggiustamenti, il PNRR continua a presentare sfide rilevanti: la fondazione Openpolis ha sottolineato diverse problematiche.
Innanzitutto, il dataset aggiornato non indica l’appartenenza degli interventi a misure più ampie, limitandosi a dettagli specifici senza offrire un quadro completo. Questo rende difficile confrontare le variazioni tra il PNRR originale e quello rivisto. Mancano inoltre descrizioni dettagliate delle misure, necessarie per comprendere obiettivi e azioni.
Analisi dei finanziamenti
Il recente aggiornamento dei dataset sul PNRR rivela dettagli cruciali sugli importi destinati a ciascuna misura, evidenziando investimenti significativi in specifici settori. Tra questi, spiccano tre misure principali, tutte implementate attraverso crediti d’imposta, che insieme rappresentano circa il 15% del totale del piano.
Ecobonus: l’Investimento più consistente
L’investimento più consistente all’interno del PNRR è destinato all’Ecobonus, una misura volta a incentivare interventi di efficientamento energetico degli edifici. Questa misura mira a ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2, promuovendo al contempo la crescita del settore edilizio e l’occupazione. L’Ecobonus offre agevolazioni fiscali significative per chi effettua lavori di ristrutturazione energetica, favorendo l’adozione di tecnologie sostenibili.
Credito d’imposta per i Beni Strumentali 4.0: secondo per entità
Il secondo investimento per entità è il credito d’imposta per i beni strumentali 4.0, con 8,9 miliardi di euro allocati. Questa misura è parte del piano Transizione 4.0 e si concentra sull’innovazione e la digitalizzazione delle imprese italiane. Il credito d’imposta sostiene l’acquisto di macchinari e attrezzature avanzate, promuovendo l’adozione di tecnologie digitali e migliorando la competitività delle imprese nel contesto dell’Industria 4.0.
Transizione 5.0: innovazione e sostenibilità
La terza misura più finanziata è la transizione 5.0, con un investimento di 6,3 miliardi di euro. Questo intervento mira a favorire una nuova fase di innovazione e sostenibilità, supportando progetti che integrano tecnologie avanzate con obiettivi di sostenibilità ambientale. La transizione 5.0 si concentra su settori strategici come la produzione di energia rinnovabile, la mobilità sostenibile e l’economia circolare, con l’obiettivo di creare un sistema produttivo più sostenibile e resiliente.
Lo strumento dei Crediti d’imposta
Le tre misure più finanziate condividono una caratteristica fondamentale: sono tutte implementate attraverso crediti d’imposta. Questo approccio si basa su incentivi fiscali che permettono a cittadini e imprese di recuperare parte delle spese sostenute per interventi specifici. I crediti d’imposta rappresentano uno strumento efficace per stimolare gli investimenti privati, poiché riducono l’onere finanziario iniziale e incoraggiano la partecipazione attiva del settore privato.
Impatto complessivo sul PNRR
Insieme, questi tre investimenti rappresentano circa il 15% del totale del PNRR, evidenziando l’importanza attribuita dal governo a misure che combinano innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e stimoli fiscali. L’adozione dei crediti d’imposta come strumento principale di implementazione riflette la volontà di semplificare l’accesso ai fondi e accelerare la spesa, riducendo al contempo le barriere burocratiche e amministrative.
Fasi di attuazione e standardizzazione
La recente pubblicazione dei dataset relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha messo in luce anche la mancanza di standardizzazione nelle fasi di attuazione dei progetti. Questa mancanza complica notevolmente l’analisi dello stato di avanzamento complessivo, rendendo difficile ottenere una visione chiara e uniforme del progresso del piano.
Le sei tipologie di interventi
Italia Domani, il portale ufficiale dedicato al monitoraggio del PNRR, classifica gli interventi in sei categorie principali:
- Acquisto di Beni
- Acquisto o Realizzazione di Servizi
- Realizzazione di Lavori Pubblici (opere e impiantistica)
- Concessione di Contributi ad Altri Soggetti (diversi da unità produttive)
- Concessione di Incentivi ad Unità Produttive
- Sottoscrizione Iniziale o Aumento di Capitale Sociale (compresi spin-off), Fondi di Rischio o di Garanzia
Differenze nelle fasi di attuazione
Ciascuna di queste categorie prevede diverse fasi di attuazione, che possono variare significativamente in termini di nomenclatura e procedure. Ad esempio, la fase di svolgimento dei lavori può essere etichettata in modi differenti a seconda della natura del progetto:
- Esecuzione Fornitura
- Esecuzione Investimenti/Attività
- Esecuzione Investimenti
- Esecuzione Lavori
Queste distinzioni, pur rispecchiando le specificità dei vari interventi, creano una frammentazione che rende difficile un confronto diretto e un’analisi uniforme dello stato di avanzamento.
Impatti sulla visione d’insieme
La mancanza di una terminologia standardizzata e di un approccio unificato alle fasi di attuazione comporta diversi problemi:
- Difficoltà di monitoraggio: senza una standardizzazione, il monitoraggio del progresso risulta frammentato e meno efficiente. È complesso aggregare i dati in modo che offrano una panoramica chiara e coesa.
- Analisi comparativa limitata: le variazioni nelle fasi di attuazione ostacolano l’analisi comparativa tra diversi progetti. Questo rende difficile identificare tendenze comuni o problematiche ricorrenti.
- Comunicazione inefficace: la diversità terminologica può generare confusioni anche nella comunicazione tra i diversi attori coinvolti nel PNRR, dai responsabili delle singole misure agli stakeholder istituzionali e privati.
Necessità di Standardizzazione
Per affrontare queste problematiche, sarebbe auspicabile l’adozione di uno schema di standardizzazione delle fasi di attuazione. Questo potrebbe includere:
- definizione chiara delle fasi: stabilire una nomenclatura uniforme per le varie fasi di attuazione, applicabile trasversalmente a tutti i tipi di intervento.
- linee Guida per l’implementazione: fornire linee guida dettagliate che spieghino come applicare le diverse fasi ai vari progetti, garantendo coerenza e uniformità.
- strumenti di monitoraggio integrati: sviluppare strumenti di monitoraggio che possano aggregare e analizzare i dati in modo standardizzato, facilitando la gestione e l’analisi del progresso.
Revisione continua e nuove modifiche
La relazione semestrale della Corte dei Conti, analizzata in un secondo dossier della fondazione Openpolis, ha evidenziato che la revisione del PNRR è proseguita nel 2024, oltre la scadenza dell’8 dicembre scorso. Il 3 marzo 2024, il governo italiano ha richiesto ulteriori modifiche alla Commissione Europea, giustificate da “circostanze oggettive”. Le proposte riguardano 24 misure, di cui una è stata esclusa per insufficiente domanda. Le risorse liberate saranno riallocate per nuovi progetti.
Redistribuzione degli investimenti
La relazione della Corte dei Conti ha analizzato la redistribuzione degli investimenti post-revisione. È aumentato il peso degli interventi sotto forma di incentivi alle unità produttive, passati dal 16,8% al 22,2% del totale. L’importo totale del PNRR è cresciuto da 191,5 a 194,4 miliardi di euro.
L’aumento degli incentivi è bilanciato da una contrazione dei lavori pubblici, che rappresentano ancora la voce di spesa più significativa. Le riduzioni riguardano misure per la resilienza territoriale e l’efficienza energetica dei comuni, tra gli altri.
Spesa e tempi di attuazione
Al 31 dicembre 2023, l’Italia si trovava ancora in una situazione critica riguardo alla spesa dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con oltre 150 miliardi di euro ancora da spendere secondo le previsioni. Questo dato evidenzia i ritardi accumulati nelle fasi iniziali di attuazione del piano, che hanno reso necessaria una riprogrammazione della spesa per riallineare gli investimenti.
Traslazione degli investimenti
I ritardi nella spesa hanno comportato una traslazione in avanti degli investimenti previsti nel piano originale. Questo significa che una parte significativa dei finanziamenti che avrebbero dovuto essere utilizzati nei primi anni del PNRR è stata posticipata ai successivi periodi di implementazione.
Accelerazione della spesa prevista
Le nuove stime indicate nel rapporto evidenziano un’accelerazione della spesa prevista per il 2025 e il 2026. Questi due anni vedranno incrementi significativi rispetto al piano iniziale, con l’intenzione di recuperare il terreno perduto e rispettare gli obiettivi di spesa prefissati.
Impatti e considerazioni
- Pressioni temporali: l’accelerazione della spesa nei prossimi anni pone pressioni significative sulle capacità di gestione e di implementazione dei progetti. È cruciale che le risorse siano allocate e utilizzate in modo efficiente per evitare ulteriori ritardi.
- Monitoraggio e trasparenza: è essenziale un monitoraggio accurato e trasparente del processo di spesa, per garantire che gli investimenti siano diretti verso gli obiettivi strategici del PNRR e che siano realizzati in modo efficace.
- Fattori di rischio: i cambiamenti nelle tempistiche e nelle quantità di spesa potrebbero influenzare la pianificazione e l’esecuzione dei progetti. È importante gestire attentamente i rischi associati per minimizzare potenziali complicazioni.
Prospettive future
Il superamento dei ritardi accumulati e l’accelerazione della spesa nei prossimi anni sono fondamentali per il successo del PNRR. Un’attenta gestione delle risorse, insieme a un’impostazione chiara e una solida supervisione, sono necessarie per assicurare che i benefici attesi dal piano possano essere realizzati pienamente e in tempi ragionevoli.