reverse chargLa riscossione dei tributi locali è questione sempre più complessa e ingarbugliata della quale sembra non si riesca a venire a capo.

 

Come scrive puntualmente Gianni Trovati sul Sole 24Ore, “Tutto si è aggrovigliato intorno alla scelta su come sostituire il ruolo attuale di Equitalia nella riscossione coattiva dei tributi locali…”.

 

In effetti, l’attuazione dell’art. 10 della legge delega fiscale, che doveva formalizzare la riforma del sistema, è in alto mare, così come non si è dato seguito al comma gg-ter dell’art. 7 del decreto “Sviluppo” del maggio 2011, che prevedeva la cessazione da parte dell’agente nazionale della riscossione dell’attività svolta a favore dei Comuni entro la fine dello stesso anno. Ad aggravare lo stato d’incertezza è subentrato, inoltre, il fallimento del progetto di AnciRiscossioni, arenatosi sulla definizione delle regole di funzionamento.

 

Non sta decollando neppure l’ipotesi di un consorzio Anci/Equitalia, con il compito di provvedere alla riscossione coattiva, lasciando invece agli altri soggetti iscritti all’albo le attività di accertamento e di riscossione spontanea.

 

Non c’è da stupirsi, quindi, se lo stesso decreto Enti locali, appena approvato, introduca la proroga di sei mesi all’azione di Equitalia nella riscossione locale, dimostrando nei fatti la difficile sostituzione dell’agente nazionale con operatori locali gestiti direttamente dai Comuni e/o dalla loro associazione di rappresentanza.

 

Di conseguenza, l’intero settore dei tributi locali (vale circa 30 mld l’anno) è destinato a soffrirne ulteriormente, poiché l’incertezza danneggia tutti i soggetti coinvolti: i Comuni, Equitalia, gli altri esattori, i contribuenti. Verrà mai alla luce la tanto ventilata “riscossione locale dal volto umano”? Dubitarne non è sintomo di disfattismo, bensì di realismo.