Al 30 giugno scorso, le controversie tributarie da definire erano oltre 559mila, l’8,12% in meno rispetto alla stessa data dell’anno scorso; un trend che prosegue dal 2012. Per quanto riguarda le cause concluse nel periodo aprile – giugno, i giudizi completamente favorevoli all’ente impositore, sia nelle commissioni provinciali che in quelle regionali, sono stati circa il 45 per cento. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto trimestrale sullo stato del contenzioso tributario pubblicato sul sito del dipartimento delle Finanze
Atti in arrivo
Focalizzando l’attenzione sul secondo trimestre dell’anno, globalmente sono arrivati 69.986 ricorsi, con un incremento del 9,42% rispetto allo stesso periodo del 2014. Sono 50.215 (+8,44%) quelli destinati alle Ctp, con particolari picchi a Roma (5.434) e Napoli (4.338), e 19.471 (+12,02%) quelli presentati alle Ctr, tra le quali spicca il dato della Campania (3.683 appelli), che stacca decisamente Lombardia (2.668), Sicilia (2.536) e Lazio (2.479).
Atti conclusi
Nel periodo aprile – giugno 2015, il numero totale dei ricorsi definiti (80.912) ha subito una lievissima contrazione (-589, pari al -0,72%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Da un’analisi per gradi di giudizio, emerge uno scostamento minimo (-0,20%) per le Ctp e uno un po’ più consistente (-3,06%) per le Ctr. In ogni caso, nel complesso, le controversie non ancora definite al 30 giugno 2015, come già ricordato, sono diminuite dell’8,12% rispetto alla stessa data dell’anno passato.
Conclusioni pro e contro
In primo grado, i giudizi completamente favorevoli all’ente impositore sono pari al 44,95% del totale, per un valore complessivo di 2.585,69 milioni di euro. Invece i giudizi del tutto favorevoli al contribuente pesano il 32,88%, per un valore di 2.428,50 milioni di euro. Infine, il 10,35% delle cause dibattute si è concluso con giudizi intermedi, per un valore di 701,09 milioni di euro. Simile l’andamento presso le Ctr: piena ragione all’Ente impositore nel 45,43% dei casi (per un valore di 1.364,28 milioni di euro) e al contribuente nel 39,70% dei giudizi (per un valore di 1.262,61 milioni di euro). I giudizi intermedi sono stati il 9,35% e valgono 638,89 milioni di euro.