I risultati arrivano da una recente ricerca curata da Openpolis: in Italia quanta energia elettrica si consuma? Ecco l’andamento di produzione, richiesta e consumo, cambiato significativament soprattutto a causa della pandemia.
L’energia ha un ruolo fondamentale nel cambiamento climatico. È infatti praticamente impossibile produrla, trasportarla o consumarla senza inquinare l’atmosfera o le acque o produrre rifiuti, come evidenzia la European environmental agency (Eea).
Pertanto è importante, oltre a promuovere parallelamente metodi di produzione che utilizzino fonti di tipo rinnovabile, anche agire direttamente sui consumi, per ridurli.
Nel corso del periodo pandemico i consumi, così come anche la produzione e la richiesta di energia, hanno subito importanti variazioni.
Quanta energia elettrica si consuma in Italia?
Sia la produzione che la richiesta di energia elettrica hanno avuto un andamento oscillante nell’ultimo ventennio. La richiesta è sempre maggiore rispetto alla produzione, ma la distanza tra le due è stata più o meno pronunciata di anno in anno.
Nel 2021 lo scarto è stato di quasi 31mila Gwh (contro i 20,6mila del 2020). La produzione lorda a livello nazionale ha quindi coperto circa il 90% della richiesta. Una quota che però scende leggermente se consideriamo il dato al netto dei consumi dei servizi ausiliari e dei pompaggi.
Importante è sottolineare che si tratta soltanto di una delle tre componenti del settore energetico, il quale è composto da elettricità, trasporti e riscaldamento. Nel complesso l’Italia è ancora soggetta a una forte dipendenza energetica. A coprire il resto del fabbisogno italiano di elettricità (13,4%) sono state le importazioni dall’estero.
Il consumo per settore
Nel complesso in Italia sono stati consumati, nel 2021, quasi 301mila Gwh di energia elettrica (300,9 miliardi di kilowattora). Con un aumento del 6% rispetto al 2020, che ha riguardato soprattutto il settore industriale (+8,2%).
A registrare i consumi più elevati è il settore industriale, che costituisce il 45% del totale. Seguono i servizi con circa il 30% e il settore domestico (22%). Ultima l’agricoltura con il 2%.
L’industria è anche il settore che ha registrato il maggior incremento dei consumi tra 2020 e 2021: +8,2%. Al secondo posto agricoltura e servizi, entrambe con un aumento pari al 6,4%.
Mentre il settore domestico è ultimo in questo senso con appena l’1,3%, probabilmente per via del fatto che durante il lockdown le persone hanno dovuto trascorrere più tempo in casa ma che, allo stesso tempo, l’inverno del 2020 è stato particolarmente mite.
Il consumo nelle Regioni italiane
Il Friuli Venezia Giulia è la regione con i consumi pro capite più elevati (8.556 kwh), seguita dalla Valle d’Aosta (7.608) e da altre regioni settentrionali. Ultima invece la Calabria con meno di 3mila Gwh per abitante. Sotto questo aspetto le differenze da regione a regione sono molto pronunciate.
Per quanto riguarda invece i consumi legati specificamente all’ambito domestico, come accennato, si attenuano fortemente. La prima regione da questo punto di vista è la Sardegna (con 1.475 khw per abitante), seguita da Valle d’Aosta (1.264) e Sicilia (1.240). Ultime Molise e Basilicata con meno di mille Khw per persona.
Nella tabella qui di seguito una grafica elaborata da Openpolis, con le Regioni che utilizzano più energia indicate con un verde più intenso.
Fonte: Openpolis