Le commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera hanno approvato l’emendamento al Dl PA a firma dei relatori Paolo Emilio Russo, Tiziana Nisini e Marta Schifone: per i Comuni proroga con due mesi in più per approvare i piani finanziari e le tariffe della Tari per il 2025.
La proroga nasce dalla difficoltà concreta di molti enti locali, che non hanno ancora ricevuto le informazioni necessarie dalle aziende che si occupano del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. In assenza di questi dati, risulta complicato elaborare piani economici aggiornati e coerenti con i reali costi del servizio.
Per alleggerire il carico di lavoro degli enti locali e dei gestori del servizio rifiuti, garantendo la conformità alle normative ARERA e ottimizzando l’elaborazione delle tariffe in modo sicuro ed efficiente, esistono piattaforme digitali ad hoc: maggiori informazioni in questo approfondimento.
Di cosa si tratta nello specifico?
La Tari (Tassa sui rifiuti) è il tributo comunale che ogni cittadino o impresa paga per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. È obbligatoria e si applica a chiunque possieda o utilizzi un immobile (abitazione, ufficio, negozio, capannone, ecc.) nel territorio comunale.
Il piano finanziario è il documento con cui ogni Comune, spesso in collaborazione con il gestore del servizio (l’azienda che raccoglie e smaltisce i rifiuti), calcola quanto costa il servizio in un anno. Include tutte le spese:
- raccolta e trasporto rifiuti
- trattamento e smaltimento
- costi di gestione e amministrazione
- investimenti per migliorare il servizio (es. nuovi mezzi, raccolta differenziata)
Questo piano deve essere dettagliato e trasparente, perché serve a giustificare le tariffe che i cittadini pagano. Più alti sono i costi del servizio, più alta sarà la Tari.
Infine sulla base del piano finanziario, il Comune stabilisce le tariffe da applicare per l’anno in corso. L’obiettivo è coprire interamente i costi del servizio: quindi la somma totale di tutte le tariffe pagate da cittadini e imprese deve essere pari alla spesa prevista nel piano.
Le tariffe sono normalmente suddivise in:
- Quota fissa, legata alle caratteristiche dell’immobile (es. metri quadri)
- Quota variabile, legata al numero di occupanti o alla tipologia di attività
Proroga sui piani finanziari e le tariffe della Tari per il 2025: ecco il nuovo termine ufficiale secondo l’emendamento al DL PA
Il nuovo termine fissato per la definizione degli atti è il 30 giugno 2025, al posto della scadenza originaria del 30 aprile.
Nonostante la dilazione temporale concessa per la parte amministrativa, non cambia il calendario dei pagamenti: le scadenze delle rate Tari già fissate nei regolamenti comunali rimangono invariate. In altre parole, i cittadini continueranno a versare l’imposta secondo le tempistiche precedentemente stabilite.
L’emendamento, che introduce un nuovo articolo 10-bis nel testo del decreto, interviene sul termine fissato dall’articolo 3 del decreto-legge 228 del 30 dicembre 2021, prorogandolo esclusivamente per l’anno in corso.
L’approvazione definitiva del provvedimento è attesa entro il 13 maggio, ma alla Camera il voto potrebbe arrivare già entro il 22 aprile.
In Commissione, intanto, l’esame della proposta di modifica è previsto per la prossima settimana.
Il differimento rappresenta in tal modo un “sollievo” per molti Comuni in ritardo, che potranno così mettersi in regola senza dover ricorrere a forzature o approvazioni affrettate. Una misura che, pur temporanea, punta a garantire maggiore precisione nella definizione dei costi e, di conseguenza, una maggiore equità per i contribuenti.
Il testo dell’emendamento
Dopo l’articolo 10, aggiungere il seguente:
ART. 10-bis
1. Per l’anno 2025 il termine del 30 aprile previsto dall’articolo 3, comma 5-quinquies del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15, è differito al 30 giugno 2025. Restano fermi i termini di pagamento delle rate già stabiliti con regolamento comunale.