C’è ancora tempo: proroga per i Comuni che devono inserire i Codici Unici di Progetto (CUP) 2024 su ReGiS e scongiurare il rischio di perdere i finanziamenti destinati alle opere pubbliche.
Questa possibilità è stata confermata da un emendamento dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) al decreto-legge Omnibus, che ha ottenuto il via libera dal governo. Solo pochi giorni fa, l’Associazione aveva sottoposto alle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato una serie di proposte mirate a migliorare la gestione delle risorse pubbliche, tra cui questa proroga per i progetti legati alle cosiddette “Piccole Opere”.
L’obiettivo principale degli emendamenti presentati era fornire una maggiore flessibilità agli enti locali, molti dei quali faticano a rispettare le scadenze per ragioni legate alla carenza di personale e alle dimensioni ridotte delle amministrazioni.
Proroga per l’inserimento dei CUP 2024 su sistema ReGiS
I Comuni che hanno beneficiato dei fondi stanziati dalla Manovra 2020, pari a 500 milioni di euro all’anno fino al 2024, avranno quindi tempo fino al 31 ottobre per completare l’inserimento dei CUP all’interno del sistema ReGiS, utilizzato per il monitoraggio e la rendicontazione delle opere pubbliche.
Questa proroga si rivela importante per evitare il definanziamento di progetti già in corso, e in molti casi già conclusi, che coinvolgono prevalentemente i piccoli Comuni. Le difficoltà riscontrate da questi enti nel rispettare la scadenza iniziale del 30 aprile erano in gran parte dovute alla loro limitata capacità operativa. Il rinvio consentirà di scongiurare la revoca dei finanziamenti, che avrebbe potuto avere gravi ripercussioni sui contratti in essere e sugli equilibri finanziari delle amministrazioni coinvolte.
La procedura da seguire
I Comuni beneficiari dei contributi previsti dalla Legge n. 160 del 2019 sono tenuti a generare i CUP utilizzando gli appositi template forniti dal Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica della Presidenza del Consiglio, in collaborazione con il Ministero dell’Interno e la Ragioneria Generale dello Stato. Le “Istruzioni operative per la generazione del CUP tramite template” delineano chiaramente i passaggi da seguire.
Nel caso in cui i CUP siano stati creati con modalità non conformi, è necessario correggere la procedura, avvalendosi del servizio di supporto al CUP messo a disposizione dal Dipartimento per la Programmazione Economica (DIPE). Gli enti attuatori devono censire tutte le opere finanziate per le annualità 2023 e 2024, tenendo conto della possibilità di accorpare i fondi per più annualità in un’unica opera. Tuttavia, è preferibile generare più CUP per progetti che puntano all’efficientamento energetico, in modo da raggiungere gli obiettivi stabiliti a livello comunitario.
Per quanto riguarda i tempi di esecuzione, se si utilizza un unico CUP per più anni, è importante rispettare le scadenze fissate per la prima annualità. Ad esempio, nel caso di progetti relativi al 2023 e al 2024, l’avvio dei lavori deve avvenire entro il 15 settembre 2023, mentre il termine per il completamento è previsto entro il 31 dicembre 2024.
Implicazioni della proroga
Questa proroga rappresenta una boccata d’ossigeno per i piccoli Comuni, spesso in difficoltà nel rispettare i tempi imposti dalla burocrazia.
Grazie a questa estensione dei termini, si potranno salvaguardare importanti progetti di sviluppo locale e mantenere gli equilibri finanziari, evitando di perdere preziose risorse destinate alla realizzazione di infrastrutture pubbliche.