Moody’s: un taglio al Rating degli Enti Locali italiani, declassati in parecchi. Chi è stato colpito dalla scure dell’Agenzia?
Dopo il declassamento del debito sovrano dell’Italia di venerdì scorso, Moody’s taglia il rating di decine di enti locali: tra Regioni e Città Metropolitane parecchi gli enti colpiti. In alcuni casi c’è stato un declassamento vero e proprio, in altri un cambio dell’outlook, mentre in altri casi il giudizio è stato confermato. Lo ha reso noto la divisione Public Sector Europe di Moody’s.
La decisione segue anche il declassamento relativo alle aziende e alle banche italiane.
Moody’s ha tagliato anche il rating di Eni e quello di Poste Italiane. Confermato il rating di Esselunga, Moody’s rivede invece al ribasso quello di Concessioni Autostradali Venete. In una nota, Moody’s conferma il rating della Rai e quello di Immobiliare Grande Distribuzione.
Declassate anche il rating a lungo termine di quattro utilities italiane. Nello specifico abbassato il rating di Hera, Italgas, Snam e Terna.
Non hanno subito variazioni i rating nè gli outlook di 2i rete gas, a2a, acea, edison ed enel.
Moody’s ha declassato il voto sui depositi a lungo termine di Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Mediobanca e Fca Bank.
Come nel caso dello Stato, il fatto che Moody’s abbia mantenuto l’Italia e le banche in territorio «investment grade» (dunque nella “serie A” dei rating), senza spingersi a portare il Paese in ”Serie B” , cioè a livello spazzatura, è relativamente una buona notizia. Il fatto che l’Italia sia ancora lontana dal settore «speculativo» (anche grazie alle altre agenzie di rating) ha evitato alle banche un’eccessiva perdita di valore delle loro garanzie. In mezzo a una notizia negativa, ce n’è anche una buona dunque.