tasse 3Il premier annuncia la flessibilità in uscita già dalla manovra del 2017: si chiamera Ape. Ipotesi abolizione bollo con aumento accise sulla benzina. Una diretta “social” via Twitter e Facebook per affrontare temi economici fondamentali come tasse e pensioni. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha rilanciato il progetto tenuto a battesimo all’Expo la scorsa estate e ha concentrato il tiro su imposte sui redditi e aliquote, un intervento che fino ad oggi è stato collocato nel 2018 ma che non è escluso possa essere anticipato. “Abbiamo iniziato con gli 80 euro”, ha scritto il premier ricordando l’operazione bonus per i redditi fino a 26 mila euro in vigore da ormai due anni. “L’ideale sarebbe ridurre le fasce Irpef, che sono cinque ad oggi”, ha detto Renzi che ha fatto cenno alla riduzione di tasse contenuta nel programma del centrosinistra del 2013.

 

Fiducia anche sulle compatibilità finanziarie: “Alla fine dovremo trovare il modo di avere quattrini su questo. Spero che riusciremo a farlo”, si è limitato a dire. Se il premier ha evocato l’Irpef sui social, in Parlamento ha aggiunto anche altri dettagli e rispondendo ad un question time di Maurizio Lupi, ha assicurato: “Siamo disponibili ad implementare ulteriori misure per le famiglie”, soprattutto per far fronte alla crisi demografica. Parole che potrebbero far pensare ad un intervento sugli assegni familiari o sulle detrazioni per i figli a carico. Il tema centrale resta tuttavia l’Irpef. L’operazione aleggia da tempo sul tavolo del governo: Renzi potrebbe essere tentato di anticiparla al 2017, con una riduzione del numero degli scaglioni (come propone Scelta civica con la flat tax del viceministro dell’Economia Zanetti che ne ipotizza tre al costo di 9 miliardi) oppure optare per un tradizionale taglio delle aliquote. Comunque la parola d’ordine sarebbe quella di alleggerire il peso per il ceto medio, cioè per le fasce centrali di reddito.Un eventuale intervento sulle aliquote potrebbe riguardare lo scaglione tra i 15 e 28 mila euro (dove si paga il 27 per cento) e quello tra 28 e 55 mila euro (dove si paga il 38 per cento).

 

Il costo del taglio di un punto delle due aliquote sarebbe di circa 3 miliardi (1,9 per il 27 per cento e 1 per il 38 per cento). Il problema sarebbe quello delle coperture e ci sono già tre ipotesi allo studio, come confermano ambienti della maggioranza. La prima prevederebbe di rinviare il taglio dell’Ires, già finanziato e inserito nella scorsa legge di Stabilità che costa esattamente 3 miliardi, esattamente quanto la limatura dei due scaglioni centrali; ma non tutti nel governo sono della stessa opinione. La seconda prenderebbe in considerazione l’idea di far scattare una parte degli aumenti Iva previsti dalla clausola di salvaguardia e recuperare così risorse. La terza è quella di far correre il rapporto deficit-Pil, oggi all’1,9 per il 2017 (secondo le stime della Commissione) al 2,1 per cento, Bruxelles permettendo.Terzo punto all’ordine del giorno, la tassa che pesa sugli automobilisti.

 

“Abolire il bollo auto aumentando un po’ le accise non è una cattiva idea perché in questo modo pagherebbe chi consuma e inquina”, ha osservato Renzi. Il meccanismo era già stato proposto nei mesi scorsi ma la vicenda aveva segnato il passo: a pesare il gettito di circa 6,5 miliardi e dunque la necessità di un aumento congruo delle accise pari a 15 centesimi. Obiezioni vennero inoltre sollevate sul piano sociale: mentre il bollo è legato al tipo di macchina, di lusso o utilitaria, l’aumento della benzina ricadrebbe su tutti indistintamente. Reazioni prudenti anche in casa Pd dove Giacomo Portas, presidente della Commissione sull’anagrafe tributaria, ha avvertito che “bisogna prima sentire le Regioni”, alle quali va appunto il gettito del bollo. Si lavora – il dossier è nelle mani del viceministro all’Economia Luigi Casero – comunque anche alla eliminazione di due microtasse, non costose, ma fastidiose: la tassa sul passaporto (73,50 euro) e quella sul diploma di laurea (16 euro). Quarta sortita sui temi del “fisco amico”, e stavolta tocca alla riscossione: “Seguite Ernesto Maria Ruffini, che è l’amministratore delegato, ci sono novità in arrivo su Equitalia”, ha aggiunto il premier nel “Matteorisponde”. Il riferimento è sostanzialmente alle rateizzazioni dei debiti con il fisco, oggetto anche di una mozione parlamentare in via di approvazione in Commissione Finanze della Camera:è probabile un “alleggerimento” delle garanzie per poter avere accesso al pagamento a rate e, in seconda battuta, la possibilità di aprire ulteriori “finestre” di rientro nel programma di rateizzazione anche se si è entrati in mora per mancati pagamenti.