Alla data del 13 febbraio 2015 i pagamenti destinati allo smaltimento dello stock di debiti delle pubbliche amministrazioni scaduti a fine 2013 hanno raggiunto quota 36,5 miliardi, mentre risultano nelle disponibilità degli enti debitori e quindi in via di pagamento ulteriori 6,2 miliardi.
Per lo smaltimento dello stock di debiti delle pubbliche amministrazioni in via di pagamento ulteriori 6,2 miliardi.
Rispetto al picco del debito commerciale, stimato dalla Banca d’Italia a fine 2012 in circa 91 miliardi, risulterebbe quindi assorbita dagli enti debitori una somma corrispondente al picco di debito considerato scaduto e in ritardo di pagamento (secondo la Banca d’Italia “poco più della metà” del debito complessivo). Per valutare correttamente lo smaltimento di questo picco, occorre considerare che i debitori vi hanno potuto fare fronte con le proprie risorse ordinarie, oltre che con i finanziamenti del Governo.
I provvedimenti del governo
Le norme principali con le quali è stato affrontato il problema sono contenute nel Decreto legge 35/2013 (che ha messo a disposizione ca. 40 miliardi di Euro per gli anni 2013 e 2014), nel Decreto legge 102/2013 (con il quale il Governo ha stanziato ulteriori 7,2 miliardi di euro per il 2013), dalla Legge di Stabilità 2014 (che ha stanziato 0,5 miliardi) e nel Decreto legge 66/2014 che ha messo a disposizione una quota aggiuntiva di 9,3 miliardi. Questi provvedimenti hanno anche disposto misure organizzative e procedurali per impedire in futuro nuovo accumulo di debiti arretrati.
Poiché i debiti arretrati riguardano solo in piccola misura le amministrazioni centrali dello Stato (meno del 5%), mentre la parte più cospicua si è accumulata presso enti locali, province autonome e Regioni, le informazioni sullo stato di attuazione dell’intervento disposto dal Governo, comprensive dell’iter e quindi degli adempimenti delle amministrazioni territoriali, possono contribuire ad aumentare la pressione dell’opinione pubblica sui comportamenti degli amministratori a livello periferico, e quindi a migliorare l’efficacia dell’amministrazione.
FONTE: MEF – Ministero dell’Economia e delle Finanze