Pubblicato dal Df il Rapporto riepilogativo 2016 dei dati di gettito relativo al periodo gennaio-dicembre. Come è andata l’Italia?
Porta bene all’Irlanda il numero 33 visto che rispondono a questo numero a due cifre i mesi nel corso dei quali ha dato prova di superiori risultati sul fronte delle entrate tributarie internazionali caratterizzati da un comune denominatore, la continuità. Lo stesso vale per l’Italia che chiude il 2016 in testa con il miglior incremento del gettito Iva. Ad attestarlo l’ultima istantanea scattata dal Rapporto riepilogativo 2016 del bollettino del dipartimento delle Finanze, disponibile sul sito del Df, e relativo al periodo gennaio-dicembre.
Irlanda chiude in testa sia pur con qualche affanno
L’Irlanda conserva ancora una volta la posizione di testa, sia pur con qualche affanno, con il tasso di crescita più elevato e una variazione sostenuta dall’inizio dell’anno del 5%. Rispetto al risultato a due cifre dello scorso anno, quello più contenuto del 2016 risente degli effetti del calo dell’imposta sulle persone fisiche (-9,4%), sulle società (-43,3%) e dell’Iva (-42,6%) registrato in dicembre. Una flessione tendenziale delle entrate tributarie (-12,4%) che appare in controtendenza rispetto al valore di novembre (+15,3%).
Germania e Regno Unito chiudono la terna di testa
Un differenziale di cinque punti percentuali divide il primo dal secondo posto di merito che, dietro all’Irlanda, se lo aggiudica la Germania. La variazione tendenziale da inizio d’anno per la Germania è stata del 4,5% che, grazie anche alla variazione positiva del 5,3% di dicembre delle entrate al netto delle imposte locali, eguaglia il tasso di crescita dello scorso anno. Terzo posto di merito per il Regno Unito che, con un +4,1% e un gettito di periodo di 494 mld di sterline, mostra tassi di variazione in linea con la media osservata nel 2015. Un risultato che riflette l’andamento positivo delle imposte sul reddito e sul patrimonio (+4%) e dell’Iva (+3,5%).
A seguire Portogallo, Italia e Francia
Il Portogallo si porta al quarto posto di merito con una variazione positiva da inizio di anno del 3,5% in linea con il risultato di novembre e sul quale hanno pesato la flessione delle imposte dirette (-2,7%) e l’incremento di quelle indirette (+9,1%). A chiudere il gruppetto degli inseguitori è la Francia che, con una variazione da inizio d’anno dell’1,4%, conferma la ripresa dopo la flessione osservata a partire dall’inizio dell’anno. Un risultato su cui hanno inciso da un lato l’andamento positivo dell’imposta sui redditi da lavoro (+3,5%) e dell’Iva (+1,9%) e dall’altro quello negativo dell’imposta sulle società (-10,6%).
Il gettito Iva e l’andamento tendenziale
La forbice di variazione che divide il Paese con la crescita più elevata (4,3%) e quello con la crescita più bassa (1,5%) è di 2,8 punti percentuali a testimonianza delle forti oscillazioni che dividono i vari Paesi. A fare l’andatura questa volta è l’Italia (+4,3%) seguita a una spanna dalla immancabile Irlanda (+4%) e dal Regno Unito (+3,5%). Chiudono la Germania (+3,4%), la Francia (+1,9%) e il Portogallo (+1,5%).