codici, entrate tributarieA fronte dell’ancora in parte deteriorato ciclo economico del Paese, gli incassi erariali si fermano a +14.101 milioni di euro, rispetto allo stesso arco temporale dell’anno precedente.

 

Le Entrate tributarie dei primi dieci mesi 2016, sostanzialmente, crescono, e non di poco. A fine ottobre, infatti, nelle casse dello Stato sono finiti 347 miliardi di euro, che si traducono in un incremento del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2015. L’analisi dettagliata dell’andamento sia globale sia particolareggiato delle performance derivanti dalle singole imposte, arriva dal dipartimento delle Finanze che, puntuale, ha pubblicato oggi, sul proprio sito, il Bollettino delle entrate tributarie che abbraccia il periodo gennaio-ottobre 2016, le Appendici statistiche con la guida normativa e la Nota tecnica, che illustra in sintesi i principali contenuti.

 

Dal dipartimento, inoltre, osservano che il dato è, in un certo senso, falsato poiché, se si annullassero i risvolti sul gettito dei versamenti di bollo e canone tv (che da quest’anno arrivano all’Erario in modi e tempi diversi), l’aumento delle entrate tributarie sarebbe ancor più consistente.

 

La forza delle dirette

 

Al di là dei risultati ottenuti dagli incassi derivanti da ogni singola imposta, ciò che conta è capire su quali basi si tiene la crescita tendenziale. Tanto premesso, dalle imposte dirette derivano quasi 187 miliardi e mezzo di euro, cioè circa 7 miliardi in più rispetto agli stessi mesi 2015. Tra queste, prima di tutto c’è il gettito proveniente dall’Irpef (quasi 145 miliardi), a cui si associa un incremento pari a 4.467 milioni di euro (+3,2%). Il risultato positivo, tra l’altro, dipende sia dall’obbligo, che hanno ora i sostituti d’imposta (Dlgs 175/2014), di indicare nell’F24 il totale delle ritenute da versare e il totale delle compensazioni da operare a fronte dei rimborsi effettuati (prima si indicava solo il saldo) sia all’incremento delle ritenute di acconto relative ai pagamenti – tramite bonifico – di spese per ristrutturazioni edilizie (+16,1% pari a +209 milioni di euro).

 

Nel perimetro delle dirette, però, il maggior gettito è da attribuire all’Ires, che fa segnare un +9,7 per cento. In questo caso, la componente trainante è da assegnare ai maggiori versamenti da parte di alcuni settori economici che hanno goduto di un’aumentata redditività, in grado di neutralizzare le minori entrate previste per effetto di agevolazioni concesse con l’ultima Stabilità (come i maxi-ammortamenti) e altre norme. Male le entrate riguardanti le imposte sostitutive sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (-53,7%) e quelle derivanti dalla sostitutiva sul valore relativo dei fondi pensione (-38,8%). Cresce, invece, del 10,8 per cento, l’imposta sulle riserve matematiche del ramo vita assicurazioni e, del 32,2 per cento, la ritenuta sugli utili distribuiti dalle società.

 

L’Iva sempre in sorpasso

 

Il gettito delle indirette ammonta, in questi dieci mesi del 2016, a più di 159 miliardi di euro (+7 miliardi e mezzo, sullo stesso periodo dell’anno precedente). Nel dettaglio, notiamo che il trend dell’imposta sul valore aggiunto non accenna a inversioni di tendenza: è costantemente in salita (+5,5% pari a circa 5 miliardi di euro). Si distingue anche il Registro, che porta a casa un aumento del 12,6%, mentre il Bollo rimane indietro (-679 milioni di euro), per la diversa modalità di compensazione degli acconti introdotta nel 2016. Tra le accise, in risalto la performance di quella sul gas metano (+22,7%).

 

Ancora in gioco

 

Tra le entrate non legate all’andamento economico generale del Paese, in evidenza quelle derivanti dai giochi (+2.187 milioni di euro, pari a +22,2% in confronto al medesimo arco temporale del 2015). In chiusura, molto soddisfacente il dato proveniente dall’attività di accertamento, con un incremento del 2,4 per cento, determinato dai maggiori incassi derivanti dai ruoli (+17,8%).