documento-di-economia-e-finanza-2018-audizione-anciDocumento di economia e finanza 2018: dopo l’audizione dell’ ANCI è stato elaborato un documento con alcune precisazioni e che riassume le posizioni dell’associazione.


A seguito dell’audizione dell’ANCI presso la Commissione speciale della Camera sul documento di economia e finanza 2018, tenutasi il 9 maggio, pubblicato il documento presentato in audizione e il comunicato ANCI:

 

Rivedere le scadenze della contabilità economico-patrimoniale, riformulare il piano di riequilibrio pluriennale, eliminare le sanzioni da sforamento del saldo di competenza 2016, rendere disponibili per le Città metropolitane gli avanzi di amministrazione e rivedere i criteri di assegnazione del fondo per la messa in sicurezza. E ancora, misure per la semplificazione amministrativa, per la ripresa degli investimenti e per la ristrutturazione del debito del comparto Comuni. Sono questi i principali temi che Anci porterà all’attenzione del nuovo governo e che oggi sono stati illustrati al Parlamento, nel corso dell’audizione davanti alla commissione speciale della Camera che sta analizzando il documento di economia e finanza 2018.

 

“Un Def – ha detto il sindaco di Ascoli Piceno e delegato Finanza locale Anci, Guido Castelli – che non si intrattiene molto sulle questioni che coinvolgono i Comuni. Tuttavia abbiamo significato ai commissari le urgenze del comparto, nonché definito il quadro generale della finanza comunale e metropolitana sintetizzate in un documento consegnato alla Commissione. Il concomitante effetto dell’armonizzazione dei bilanci, del congelamento della leva fiscale, della perequazione e della burocrazia – ha spiegato Castelli nel suo intervento nella Sala del Mappamondo – ha corroso la nostra autonomia e reso complessa l’azione positiva dei Comuni. Occorre eliminare i tanti paradossi ancora esistenti, a partire da quello che vede aumentare la leva fiscale ma diminuire le risorse a disposizione dei Comuni”.

 

Il sindaco di Ascoli Piceno ha poi ricordato come “dal 2015 al 2017 la situazione è obiettivamente migliorata. Eppure, nonostante gli sforzi del legislatore, abbiamo ancora una estrema difficoltà a spendere le risorse perché il personale è sempre in diminuzione e invecchiato”. “Ormai – ha concluso Castelli – la pubblica amministrazione locale è più concentrata ad adempiere che a funzionare: occorre quindi recuperare la cultura del risultato, che deve passare da una riforma della finanza locale e del catasto e da una diminuzione del profluvio di norme e quesiti che ogni giorno ingessano l’azione delle amministrazioni”.

 

Presente in rappresentanza di Anci anche il sindaco di Tremezzina e presidente della commissione Finanza locale Anci, Mauro Guerra. “Oggi – ha detto – in questa situazione particolare di stallo e di mancanza di un Governo, il Parlamento ha la possibilità di svolgere un ruolo importante di indirizzo. Ci sono tutte le condizioni per fare un buon lavoro”.

 

Confermando, poi, quanto sostenuto da Castelli, il sindaco di Tremezzina ha voluto mettere l’accento su altre due questioni molto delicate per i Comuni: quella del debito e quella della spending review. “Il nostro debito – ha rimarcato – è molto basso e vale meno del due per cento del debito complessivo dello Stato. Rispetto a questo debito paghiamo interessi e oneri fuori mercato. Sul debito delle Regioni si è intervenuto, lo si faccia anche sul nostro”. Ricordando la necessità di “graduare il peso degli accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità”, Guerra ha anche parlato della spending review. “A partire dal 2019 – ha spiegato – cesseranno le riduzioni di risorse previste dal decreto 66/2014. Si tratta di una “restituzione” ai Comuni di 563,4 milioni di euro.

 

L’Anci è pronta a valutare l’opportunità che queste risorse vadano a formare un primo nucleo di contributo “verticale” all’attuale sistema perequativo, oggi alimentato esclusivamente dalle risorse comunali con gravi effetti distorisivi. Per quanto riguarda il versante degli investimenti – ha continuato – bene l’indicazione di risorse dirette alla progettazione ma vanno aumentate, perché i Comuni vogliono svolgere pienamente la funzione di principale sostegno all’economia locale. Anci ha presentato un primo studio sugli avanzi disponibili dei Comuni – ha concluso Guerra – che dimostra che se si cambiano alcune regole possiamo fare di più, utilizzando gli avanzi a disposizione”.